Disonorevole

Alla vigilia della Festa della Liberazione mai conclusa, la televisione democratica si rifà il trucco con ciò che possiede, proiettando pellicole storiche, critiche, sul fascismo. Come quella in cui Carlo Lizzani consente, dice Purgatori, di "respirare il clima di quei giorni, tragici e finali". "Mussolini ultimo atto", del 1974, mostra al 'Rofum le ore fatali del Grande Attore e un regista ormai maturo.

Il terrore russa

Anche Clint Eastwood si è confrontato con la Storia. Nel 2011, con quella scabrosa degli Stati Uniti paladini della Democrazia. Piuttosto onesto, nonostante le connaturate devianze, piazza sullo schermo tutta la ferocia dei servi della Ragion di Stato. "J. Edgar" ha la grinta, il ghigno, il muso del Capitale.

Law Iberico

Quella domenica di marzo, forse fu lo stato di salute di Elena che le permise di affrontare tre ore di cacciata dei mori. In realtà, colpa di Silvio Paolucci e della sua "Storia 1" (Zanichelli, 1965) se il genere peplum ha attraversato la "Negri" con fulgore, e rapidità, di cometa. A me bastò leggere Anthony Mann per godere d'"El Cid", del 1961.

Tram che si chiama trauma

Tristezza quando Elena ancora mi lascia lì, con "Foglio" e altri amici, e vaga per la "TV" alla ricerca del meno peggio. Che, ieri sera, si è materializzato in Angelina Jolie. Regista. E Sceneggiatrice. Autrice. Avevo già incontrato l'attrice dietro la macchina da presa. M'ero rotto eccome, nel 2014, e ritrovo la stessa passione per la drammatizzazione pesante di immagini e momenti. "By the sea", del 2015, stavolta sfodera una volitiva hollywoodiana alle prese con la letteratura psicologica e sentimentale (borghese). Con gli affetti alterni.

Dito avvelenato

In solitaria a vedere  l'ultimo lavoro del londinese Martin McDonagh. Peccato per Elena e Marigrade che avrebbero apprezzato, secondo me, le bizzarrie comportamentali dei protagonisti di questa storia beckettiana, surreale quanto granate d'acciaio che spaccano crani e smembrano carni. "Gli spiriti dell'isola" (t.o. "The banshees of Inisherin", 2022). Amicizia e odio dialogano nell'indifferenza.

Accomandati semplici

Riparto da ieri sera, l'ultima. Infatuati da Renato Castellani, provochiamo: "Mio figlio professore", del 1946, il suo peggiore, palesando le nostre già elevatissime pretese. Prima, durante e dopo una guerra, l'emancipazione di classe passa per attestati e promozioni. Se non per sé, per i figli. Timorosi come conigli.
Ripensandoci, qualche attimo di leggerezza rende più profonde le emozioni.

Thriller System

Domenica di cinema hollywoodiano, coi padri dell'industria cinematografica a rappresentare i Buoni  Affetti per tutti e ogni professionista al proprio posto: sbirro, avvocato, texas rangers e e criminologo. Nella terra del diritto a pistole e zucchero filato, ecco Clint Eastwood ironizzante su di "Un mondo perfetto" (1993). Solo sulla carta ipotetica del futuro, sicuramente lontano da galere e servizi sociali.

Muore per favore

Meno riuscita di altre ottime pellicole del primo semestre 2023, la giapponese "Plan 75", scritta e diretta dall'esordiente tokyota, classe 1976, Chie Hayakawa, conferma però la sottile sensibilità dei registi nipponici. Da servitù a morte volontaria il passo è impalpabile.

Sale in bocca

Giugno riprende da un'irruzione western, a mano armata e con violenza. Come quella cui sono avvezzi i criminali del regista e scrittore romano Giulio Petroni (1917-2010). Il quale, nel 1968, lasciò i toni della commedia per cimentarsi in quelli più decisi del genere allora più in voga. "Da uomo a uomo", fatti avanti!, fame di giustizia che valica stati e stagioni.