Scarti d'orologio

Il Cinerofum segue i consigli di chi si imbatte nel suo tragitto. Claudio "Lumiére" ci ha segnalato "un buon film boliviano", quindi, senza farsi pregare, Elena ed io addirittura presso l'odiato "Corallo", a toccare con mano "Le terre dimenticate" di madre lingua quechua raccontate da Alejandro Loayza Grisi, trentasettenne di La Paz: "Utama".
"Siccità" era nell'altra sala, la "1", ma anche in questa è padrona. Non ho dubbi sull'aver scelto la sala giusta, uno perché non bastano sirene nostrane a distrarmi da quei rimasugli di Settima Arte che soli possono e devono essere seguiti e seminati. Pur se il mordente non è quello atteso, anche se la cura dei passaggi (tagli, scrittura) non è la priorità (il ritrovamento dei Lama). Umili di fronte al crimine cui partecipiamo, perché l'arte non provvederebbe altre vie, ci uniamo all'urlo di denuncia (lotta niente), che focalizza sul presuntuoso civilizzato, cuffiato e cellularizzato, aspettando (brrr) che tale agonia non passi per l'elemosina di un'assistenza sanitaria più nociva della malattia. Il film lo sa, lo borbotta con la sua fotografia spaziale dagli immensi silenzi, senza provocare.
(depa)

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