Magia amara

A parte il troppo paradisiaco cinema proposto da "Foglio", lo ringraziamo ancora. Chissà se ci saremmo imbattuti nelle "Voci nel tempo", del 1996. Sì, nel pieno dell'ultima decade del disastroso secolo scorso, Franco Piavoli, Pozzolengo 1933, riusciva a scorgere lame dolci dolorose di luce naturale, ancora umana. Una scoperta così piacevole, affine ai nostri ultimi percorsi, che Elena crolla, in sala Valéry, di fronte a questo emozionante epopea dell'esistenza: struggente memoria dei luoghi vissuti, così cambiati, e degli affetti cari, per forza scollinanti, come la luna d'ogni notte.
Mikado fa subito '90. "Interpreti gli abitanti di Castellaro" e intuisco una passeggiata fresca e senza lussi (ma già avevo scorso "no dialog"). Rimando indietro e Elena bisbiglia "Lagusello, ma non saranno loro"...e nel grazioso comune di Monzambano...
Luci e suoni solari e animali, nature morte tra mici vivi e bambini appena nati. Canti e versi primaverili, parole e sussurri estivi, la ronde della vita passa dalle giostre vere e proprie ai caroselli in yamaha. Crescendo il ronzio, aumenta il consumo (BS). C'è sempre un pavone più appariscente ("Andrea Bonsignori!", altro che "Mondo"...). Campane e cinguettii, lungo solchi desetiani, scandiscono il vento.
Chissà che ne penserebbe il buon Simone. Fotografia, composizione dell'immagine al centro dell'idea artistica, incornicia le atmosfere inebrianti (Piavoli potrebbe fare horror!). Altre giostre, i balli (roventi): altri si struggono. La sensualità y el dolor delle ore dell'amore (Piavoli potrebbe girare romantici!). Ma le nozze mostrano già le rughe. La vita è un attimo andato, qualche rintocco tra festivi e funerei. Agosto è già inverno, e baci e leccate son per l'anguria. Il bastone è tra le gambe, non resta che ascoltare. Dalle due dell'autunno "mai più si farà ritorno".
La magica espressività dell'età in una pellicola così ammirevole, a nostro avviso, che può permettersi il più rischioso degli accompagnamenti pachelbelliani, senza perdere un filo di poesia. "Retorico" glissa Marigrade. Come se tutto il cinema non fosse una tormentosa retorica sul fotogramma già sfrecciato via. E sia, al 'Rofum adoriamo chi sa cogliere ciò che tutti sanno e porgercelo alla sua maniera.
A proposito del tempo finito, un pensiero va a Coolio (August 1, 1963 – September 28, 2022), che gli anni '90 me li ha rappati in "auto-reverse".
(depa)

ps: viva la tua terra, viva la tua gente, Albert Monz!

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