Amour au contraire

Fu Bubu di Portland a spingerci verso la filmografia di Ettore Scola. Lungo la celluloide del regista di Trevico, nella "Valéry", ci siamo imbattuti anche nella sua "Passione d'amore", del 1981. Pellicola letteraria, da "Fosca" dell'alessandrino Igino Tarchetti (1839-1869), il bello e la bestia nelle caserme del XIX° secolo: un sentimento frustrato così forte da travolgere tutto ciò che è alla vista.
1862. Tra la spedizione contro Garibaldi in Aspromonte e quelle contro il banditismo, etichetta liquidatoria, vagamente diffamante, della plebaglia inferocita. Ufficiali satolli e truppa annoiata, tra "donne e cavalli e marenghi". Ovvio si ripensi alle emozioni di città. Così fa Bernard Giraudeau (1947-2010), bello e vivo, il suo Giorgio è "Superbo di soffrire per l'amata". Dall'altra, un'amante, Laura Antonelli, bella e viva, che "scrive come in un sogno" (la sua "religione"). Prima "Clara, Clara, Clara...".
Poi entra Fosca e, brivido e imbarazzo,...si torna a Clara. Infelice bruttezza, amare disprezzati. Nosferatu del reggimento, la lericina Valeria D'Obici darebbe "il resto della vita per un'ora di bellezza". Un capello è trascurabile. Jean-Louis Trintignant, pipa di radica nei momenti clou. Un romanzo algido, puskiniano (non solo per il duello), non privo di guizzi ironici (tragic), attorno a un'isteria estraniante. Tra le passioni e gelosie, di ben altre temperature, care al regista avellinese. L'impossibile "Amo Fosca!".
"Una giuliva storia" da chiudere con un macabro ghigno. Curioso.
(depa)

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