Sul finire dell'anno, freddo com'era, Alain Resnais s'è rifugiato in sala Valéry, penetrandovi da ignoti canali televisivi. All'una e mezza. Come la protagonista, decidiamo, solo ed anche questa volta, di sfilarla ed assaporarla, questa pellicola del 1993. "Smoking" (t.o. "Smoking"), tratto da "Smoking / No Smoking". Come su quei cartelli "No smoking", o quegli altri "Smoking". Che poi debbo ancora capire cosa ho visto (in Italia non l'avranno mica compresso? Pare di sì, allora, giusto "Smoking", mutilato e rivendicativo: prendere nota della distribuzione italiana d'essai). Insomma, cosa può fare una sliding cigarette, un sì-no, un binario che porta di qui, e/o di là, un binario che decide algoritmi misteriosi, vitali.
Si apre il sipario su una vignetta dal sobrio tratto (vedi affiche). Siamo in Inghilterra, "nel cuore dello Yorkshire". Dove, come in ogni, vi sono immancabili: cimitero, ristorante indiano e una scuola.
Sabine Azéma sicurezza, va sul liscio su un palco da gran schermo. Puoi guardarla per ore, nera, rossa o gialla. L'impostazione teatrale, con le scene introdotte dai suddetti disegni, accompagnati da suadente briosa voce, la scenografia minimale, ci spinge alla sublimazione di cui abbiamo voglia (né più, né meno). Sabine e Pierre Arditi tuttofare spremuti, ne vedremo di tutti i colori, attorno ad un capanno. Il tocco elegante e ironico del regista spinge i personaggi a slanci e imbarazzi (le "sigarette al pub"). Il pubblico sorride. Briosa ronde sentimentelle. "Ah sì, per dare sapore...". Girandola di oppure e se, differenti, spesso opposti, per ciascuno. -"Ma la buca è lì!" -"Preferisco non parlarne!". Quel capanno può essere utile a vari tipo di rifugio. Pioggia o intimità. Sempre una fuga, ché l'ago che punta sempre verso di sé. Divertissement riuscito. Però, Azéma multicolore o no, forse ho capito le ragioni dei rimaneggiatori nostrani: 300 minuti di questo schema so' tanti...
(depa)
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