"I soldi, ancora voi..."

Saranno le temperature, invero abbassatesi come da inclinazione terrestre, ma la "Valéry" si sta prodigando in un vero guizzo di fine anno. Per dirne una, la prima, giovedì scorso è stata la volta de "La bambolona" (1968) diretta da Franco Giraldi. Autore nato nel 1931, nell'allora italiana Comeno, dopo aver fatto sapiente gavetta (con assistenze di livello), si cimentò con buoni risultati nel campo delle commedie. Come in questo caso, dove, sotto le vesti (...) di una commedia piattamente (men che mai) "fisica", così legata a triplo filo alle doppie curve della prorompente protagonista, si cela invece una graffiante satira sulla società maschilista che sempre vedrà la donna, non può altrimenti, come prelibatezza in bancone, a portata di moneta. Dall'omonimo romanzo della romana Alba de Céspedes (1911-1997).

La pellicola punta parecchio sulla bellezza giunonica d'una vera e propria meteora nel firmamento della Settima: la misteriosa Isabella Rei. "E per la prima volta sullo schermo", ma non l'ultima: ricomparirà l'anno successivo, tra dolci baci e languide carezze, poi il buio. Ovvio quindi, a fortiori dinanzi al cipiglio sguardo sicuro di sé dell'affermato avv. Giulio "Tognazzi" Broggini, donnaiolo di grido, attendersi i doverosi "shabadadada shabada" delle riconoscibili musiche dell'argentino naturalizzato italiano Luis Enriquez Bacalov (1933-2017). Se al montaggio mettiamo lo scafato Ruggero Mastroianni, si comincia a capire perché questa sincera pellicola sulla menzogna, frutto del lavoro collettivo di affermati professionisti del cinema italiano dei tempi, vale più di quanto sembri.
Film di sguardi, senza dubbio. "Bambolona" la Rei, certo. Ma non solo. Efficace, la sua Ivana si rivelerà "monellona", anzi "furbona". Ché dopotutto, se a fare il malandrino è Lui, si minimizza e approva piuttosto; se è Lei, fioccano vecchi e nuovi logismi poco edificanti. E allora prendi e porta a casa, Giulio Cesare delle nubili. 
Concludendo, non solo Tognazzi, a dar giusto tono alle comiche battute di cui i dialoghi sono ricchi ("No, pensavo alla mamma"), ma un'ottima squadra per quest'ennesima storia d'amore finita in soldi, "solo un po' di soldi", "senza drammi".
(depa)

Nessun commento:

Posta un commento