Prima di tornare a parlare dei super film reperiti sugli ultimo Etihad da/per Abu Dhabi, penso che sia meglio buttar giù le impressioni raccolte ieri all'Altrove di piazzetta Cambiaso. Serata dedicata ad Ettore Scola. La prima pellicola, delle 18.30, è stata "Il commissario Pepe", del 1969, ambientata in una Vicenza avvolta da una nebbiolina che molto nasconde, alla faccia della Buon costume, e contrassegnata da un Ugo Tognazzi, sempre grandioso, particolarmente tormentato...
Sin dai titoli di testa di questa che è tra le prima pellicole del regista irpino, si potrebbe intuire l'affascinante fusione tra audacia ed armonia stilistiche dell'autore. Gioca con le immagini Scola, sia come il bimbo che vuole vedere "come va a finire", sia come chi quest'esito lo conosce a mena dito. Linguaggio cinematografico maturo, insomma. Si potranno vedere audaci split-screen sfumati (dialogo tra il commissario e...?), grandangoli un po' ostici (scorcio sull'incrocio del vecchio borgo vicentino), soggettive originali (oscillazione su piano orizzontale, su una sedia girevole) e altro. A ciò si aggiunga l'interpretazione perfetta di Tognazzi, come al solito: il contrasto tra la sua brillantezza, spigliatezza di facciata (il film parla proprio delle infinite facciate di cui sono cosparse le, più o meno grandi, città di provincia) e il magma ribollente nell'intimo emerge da ogni sua espressione, vocale o facciale che sia (già in passato si è sottolineato anche il suo portamento, che maneggiava alla grande). Da qui, la grande atmosfera che questa pellicola è in grado di ricostruire. Anche grazie alla forte caratterizzazione dei personaggi, macchiette come ce ne sono tante. Ma che è sempre bene mettere alla berlina. Per questo motivo non stonano nemmeno le allucinazioni "tirate" che attanagliano il commissario. La complessità del personaggio, seppur in un film dal taglio leggero, colpisce in ogni caso. Inoltre, gli spunti di riflessione (stupendi quelli assillanti di "Parigi"), come deve essere in un'opera di qualità, sono molteplici (prostituzione, ipocrisia, filosofia, politica). Mi vengono in mente le parole di Bubu, quando parla di una commedia italiana del passato cui volgere il nostro sguardo affamato e deluso. Questa pellicola è un piccolo antro confortevole in cui prendere respiro.
Consigliato.
(depa)
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