Melalcoholia

Alla buona ora. Da anni quel DVD, approdato nel mobiletto sotto il televisore da chissà dove, mi guardava con fare minaccioso. Già dai tempi in cui Milano, per me, era ancora una foresta di ciminiere biancorosse. In una sorta di tacito accordo ci siamo sempre e solo osservati da lontano. Passato qualche tempo, lo portai su con me. Qualche altro ancora e, oggi, l'ho inchiodato alle sue (mie?) responsabilità. "Paris, Dabar" è un film del 2001, diretto da Paolo Angelini, classe 1966.
Taglio documentaristico per questo "servizio" su una gara avvenuta nel 2000 nel quartiere bolognese del Pratello. E' una bevuta, lunga 4 ore, che viaggia sul bicchiere al pentaminuto. E come ogni bella impresa col boccale in mano, sullo sfondo e in primo piano (tanto dopo un po' le immagini finiscono col mescolarsi) i personaggi della zona, gli amici di una vita. Questa pellicola del riminese Angelini (bolognese d'adozione, suppongo) riesce a coinvolgere, un po' perché si ride, un po' perché a quelle figure vive, benché sverse, si finisce per affezionarsi. Questo perché il film, se proprio non le mostra all'aria aperta, mostra sprazzi della loro vita sotto i portici, nelle strette vie, con tutti i segni sui volti e sui caratteri. Ma chi può dire quale direzione abbia il rapporto di causa ed effetto? Comunque, la pellicola non si pone questo problema, o almeno non ci obbliga a risolverlo, bensì sbarazzina scorre veloce lungo i quattro bar, in cerchio (perché non è che se ne esca; ma poi chi vuole uscirne?), raccontandoci un'ennesima, ma unica, storia di straordinaria alcolemia.
Che dire, tutti al bar ad abbracciare la cumpa. Ragassuoli, ocio però, eh.
(depa)

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