Tra ombre e nebbia… spunta la magia di Woody

Woody Allen, classe 1935, non smette mai di stupirmi in positivo (come mi ha stupito scoprire che, casualmente, anche Depa ieri sera si è dedicato al regista newyorkese). Tre anni fa circa vidi un buon numero di suoi film, ma mi persi questa pellicola del 1991 che, secondo me, è magica. Attraverso giochi di luci (nebbia) e ombre, il regista americano ci proietta in un clima quasi surreale, come surreali sono le vicende di tutto quest’ottimo “Ombre e nebbia”, omaggio in bianco e nero al cinema espressionista tedesco del secondo decennio del XX secolo e a Franz Kafka.

Woody è in grande spolvero come regista e, come attore, grazie ad una sceneggiatura che si è fatto decisamente su misura. Già essere svegliati in piena notte per unirsi ad un gruppo di cittadini isterici per dare la caccia ad uno strangolatore folle che si aggira per la città, per il povero e insignificante impiegato Kleinman, è un bel motivo d’ansia e stress “alla Woody”, anche perché tocca mettersi in giacca e cravatta, non si sa mai che incontri il suo capo a cui da mesi lecc… pardon… chiede una promozione. E più va avanti la storia, più i problemi aumentano per il malcapitato Kleinman, in questo tetro e spettrale panorama di nebbia e ombre, ripreso con inquadrature mai banali e con una, direi, quasi maniacale attenzione a dove, come e cosa far vedere e intravedere. Degno di menzione è anche il “gioco di cinepresa” durante la cena nel bordello, per la potenza che dà alla scena e alla sensazione di disagio prima e malinconia poi che prova in quella situazione la protagonista femminile di questa pellicola Mia Farrow, che, nei panni di Irmy, una “mangiatrice di coltelli” che lavora in un circo, è in fuga dal suo compagno…
Mi sono fatto delle grasse risate con tipiche battute alla Woody (quando va nervosamente in crisi), mi sono preoccupato per le sorti di Irmy e Kleinman a causa di quello psicopatico che si aggirava per le strade e continuava ad assassinare gente e non mi sono mai annoiato pensando a come sarebbero potute andare a finire le storie dei due protagonisti, avendo comunque sempre presente che stavo guardando una commedia ed infatti il finale è un “vissero tutti felici e contenti”, ma magico…
Alla fine non ci crede nemmeno Woody Allen che “c'è un unico tipo d'amore che regge: l'amore non corrisposto”. L’amore vero e che “ti resta addosso” è quello che riceve e che ti da, che sia per una donna, per un uomo, per un desiderio o per un sogno.
“Ombre e nebbia” venne presentato nel 1992 al festival di Berlino, ma ebbe scarso successo. Io sicuramente ne so molto meno dei giudici di quest’ottima rassegna, ma non condivido per niente il loro parere: uno trai film più gradevoli  e divertenti di Woody Allen che io abbia visto!
(Ste Bubu)

1 commento:

  1. Ancora daccordo su tutto. Film meraviglioso, danza disneyana immersa in fondente bianco e nero alleniano, risulato un pinguino al noir che fa ridere e trattenere il respiro.
    Hai scritto bene sin dal titolo. E' proprio un mago il regista di New York, con un mondo ricchissimo e una tecnica all'altezza. Un occhio ai bianchi e nero del passato (Ophuls), la mente ai sogni felliniani.
    Da non perdere nella nebbia. Perdercisi.

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