Nel 1921, il regista austriaco Fritz Lang girò il film che, per primo, contribuì a portargli successo a cui i suoi successivi lavori lo consacrarono definitivamente. "Destino" ("Der müde Tod", letteralmente "La morte stanca"), dopo quasi un secolo, non mostra rughe, ma fresca inventiva, avvolgente atmosfera e un pizzico d'ironia.
Premetto che l'accompagnamento, con pianoforte a sinistra e mixer e PC a destra, hanno donato linfa certamente viva a questa storica pellicola. Ma, mentre si spalanca la bocca di fronte alla fantasia cui poteva attingere il maestro dell'espressionismo tedesco, lo spettatore non che può perdere di vista il sonoro e catapultarsi senza indugio nel magico mondo allestito da Lang.
L'imponente e bizzarra casa che dà sulla piazza del paese, i volti delle "illustri" figure istituzionali, la taverna "Unicorno d'Orato" con la sua "donna-candelabro" (!), il muro insormontabile del giardino inaccessibile del..l'oscuro forestiero, la stanza delle candele, la collinetta che s'intravede oltre il muro (puro "Dott. Caligari", dell'anno prima), l'ultima emozionante sequenza dei due "spiriti" che, sollevandosi dai corpi, s'incamminano...sono tutti ricordi che vi rimarranno impressi a lungo.
Attenzione maniacale alla scenografia (che accentua e deforma la realtà per evidenziarne le caratteristiche: espressionismo), utilizzo delle luci come attori veri e propri, disposizione del proscenio studiata e pesata. Ma soprattutto tanta fantasia, ecco cosa mi ha colpito maggiormente di questo affascinante e divertente film (il ritmo scende un po', forse, solo alla fine del racconto asiatico; anche se il "piccolo esercito" e il tappeto volante sono geniali), la grande voglia di provare, tentare, dare corpo a ciò che gli passava per la mente (le didascalie con caratteri specifici per i tre racconti per esempio). Ma le "trovate" del regista sono sparse per tutti gli 80 minuti.
L'amore è forte come la morte e, proprio per questo, nulla possono l'uno contro l'altra. Se si fa la somma il risultato sarà sempre zero. Il destino è economo inesorabile e non c'è modo di truffarlo. Non resta che l'unica amara consolazione del mezzo bicchiere non prosciugato, anche la morte (nemmeno quando ha il volto terrifico ma stanco di Bernhard Goetzke) non può nulla contro l'amore.
(depa)
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