In the mood for love

Recensione XXXXII:
Questa volta pansotti al sugo di noce, in sala Uander. Io, Lelena, Tigre, Albert Aporty con Michela, e...Gioggi; sì, proprio lui.
Abbiamo qualcosa da farci perdonare da Michela (un "Fuoco fatuo" difficile da mandar giù) e da non rischiare con Gioggi (se no scatta il solito piano, attuato da una manciata di dispersi: "eh ma no, sai, è che, cioè...nel senso...").
Che selettivi ormai! Il regista cinese Wong Kar-wai, finalmente, ci lascia con un non so che...
Continuiamo a riflettere...
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La doppia vita di Veronica

Recensione XXXXI:
Io, Lelena, Zippino ed il Tigre, in sala Uander; ad assistere a questa pellicola del regista polacco, datata 1991.
Alla fine del film tutti "con quella faccia un po' così".
Ci prendiamo qualche giorno per riflettere.
 [...]

Easy rider

1969, USA, diretto da Dennis Hopper.
Per questa volta si è deciso per una proiezione “soft”, ed ecco che spunta all’orizzonte uno dei mitici  film di fine anni ’60, Easy rider. Sala Uander risponde alla grande e registra il tutto esaurito!
Easy rider parte subito facendoci capire subito che rock e chitarre elettriche ci accompagneranno in questo splendido viaggio fra la California e New Orleans. Riprese di scenari magnifici, strade infinite, e cieli soleggiati sovrastano tutto. La storia racconta di due compagni di avventura, che molto speranzosi tentano il colpo della vita, poca spesa e tanta resa. Harley-Davidson cromate, luccicanti, autostoppisti fermati per strada e feste hippie ci portano per mano, in maniera leggera, senza fatica. 

Extra: Happy di sorridere un po'...

Ciao 'rofumetti, venerdì scorso io, Lelena, Tigre e Doris ci siamo spinti (guidavo io!) sino a via del Conservatorio per vedere "Happy Family" (2010), l'ultimo film di Gabriele Salvatores.
Non ero convinto di scrivere qualche riga su di questa pellicola, ma vista la tragedia cinematografica di "Cosa voglio di più", ho voglia di riconciliarmi col sorriso e col cinema italiano che, quando non si inoltra in terreni che non sa affrontare, riesce a far trascorrere qualche piacevole ora al proprio pubblico.

Extra:...ma qualsiasi cosa, altro che Lucano!!

Ieri, io ed Elena, spinti dal caldo più che dall'entusiasmo, siamo andati al cinema all'aperto di Porta Venezia a vedere "Cosa voglio di più" di Silvio Soldini, regista milanese cinquantaduenne.
Sapete ormai quale sia la mia predisposizione a vedere film contemporanei italiani (credo di avere visto gli unici al cinema negli ultimi mesi), e quasi quasi mi stavo pentendo dei miei pregiudizi.
Sino a ieri sera; torno nel mio loculo. Non gliene fregherà nulla a nessuno; ma quello che è stato proiettato ieri ha passato il limite.

Extra: pianeti avversi...

Saturno Contro, di Ferzan Özpetek, 2006.
Una recensione extra che nasce da una domenica milanese di grande calura estiva. Sveglia a mezzogiorno, colazione, e poi, pam, film.
Il film racconta una fase di vita impegnativa, difficile, che il cast, composto in prevalenza da attori italiani, affronta condividendo in pieno ogni momento. E’ una storia soprattutto di amicizia, vissuta e raccontata attraverso essa. La storia procede attraverso una serie di intrecci amorosi, omosessuali e non, che portano a toccare temi come la morte, il tradimento, l’approvazione dei genitori. 

Sciopero!

Recensione XXXIX:
Sorvolo sulla tragica serata di martedì scorso.
Meglio parlare di questa pellicola storica del grande maestro sovietico del cinema, gran teorico del montaggio.
"Sciopero!" è il primo film di Sergej Mikhajlovič Ėjzenštejn, del 1925. Una decina i film realizzati dal regista di Riga, una decina i suoi libri teorici sull'arte della regia. Infinitamente di più quelli realizzati dagli altri riguardanti il suo genio.
Nato nella Russia pre-rivoluzionaria (1989), cresciuto nell'URSS stalinista, morto a 50 anni, ha impresso il suo nome nella Settima tra i primi. Secondo mia abitudine, provo ad ipotizzare un Ejzenštejn più longevo, in una nazione più libera. Sono inciampato in un ragionamento per assurdo; lo so.
Il film. Strepitoso.

Extra: l'educazione di Hornby

Ciao 'rofum, ieri sera io ed Elena abbiamo visto ai chiostri di Santa Barnaba "An education", della regista Lone Scherfig, del 2009. La cinquantenne danese fu discepola della scuola danese, fondata nel 1995 dai due registi "von" Trier e Vinterberg, i quali predicarono, detto sinteticamente, la rinuncia a tutti quegli artifizi e orpelli che, a loro detta, stavano conducendo la "Settima" verso l'impossibilità di raccontare le intime sensazioni (ancor meglio se accompagnate da una qualche sofferenza) dell'essere umano d'oggi: la luce dev'essere quella naturale (se non una lanternina sulla telecamera...), i colori quelli reali (senza elaborazioni post-produzione), insomma, gli effetti speciali hollywoodiani sono aglio per questi "Nosferatu" di Copenhagen. Un'applicazione di questi dettami fu il #dogma12 ("Italiano per principianti"), che ne dite di un extra apposito?

Sogno di una notte di mezza estate

 
Buon giorno amici del Cineforum, 
No..non state avendo un abbaglio a causa della calura estiva...sono proprio io..Lelena!
e non scrivo per aggiungere un commento...NO! NO! Mi accingo proprio a scrivere una recensione. Il primo. E forse l’ultimo. Chissà...

fatto stà che ho rubato un po’ di spazio al nostro blog (Tigre e Depa non me ne vogliano) per aprire una parentesi teatrale sullo spettacolo che è andato in scena ieri sera al Teatro dell’ Elfo di Corso Buenos Aires 33: Sogno di una notte di mezza estate, una commedia di William Shakespeare scritta all'incirca tra il 1594 -96.

Furore

Seratona XXXVIII:
Ieri in sala Uander la vera grande novità è stata l'ordine di arrivo, con un Albert Monzy primissimo, con 5 minuti di anticipo sull'ora di partenza: vai Albert!
Poi: Albert d'Aporty, Tigre e Doris. Grande pubblico che attende in sala lui: John "Jack" Ford, col suo "Furore", del 1940, con Henry Fonda.
Il soggetto del libro è l'omonimo romanzo di John Steimbeck. Straordinario. Leggetelo.
Questa volta l'organizzazione regge: il film c'è, con audio buono. 

Un affare di donne

Seratina XXXVII:
"Un affare di donne", di Claude Chabrol, 1988.
Ciao 'rofumofili, sono contento di essere tornato tra voi, e altresì di averlo fatto con un regista a cui, senza motivi particolari, sono affezionato: l'ottantenne regista parigino Claude Chabrol.
Come al solito si parte senza idee, un film viene ipotizzato in giornata, ma la rete non ci soddisfa e dobbiamo "ripiegare" su quelli che il Tigre, con logica e criterio aleatori, periodicamente deposita in chiavetta. Ma se sento dire Chabrol e anche "Chi è?", beh...les jeux sont faits!

La nostra vita

Recensione XXXVI:
"La Nostra Vita" è un film giovane, fresco, che finalmente ci fa vedere un po’ di coraggio e di sincerità trasparire dalla telecamera. Il regista Daniele Luchetti sperimenta un modo di ripresa che è a tratti quasi ossessivo, psicologico. Punto di ripresa spesso a due spanne dal soggetto, mosso, a tratti amatoriale. Poi, quando parte con riprese circolari attorno al protagonista della scena, ricorda a mio parere  un po’ il Salvatores di "Quo vadis baby?" (o altri suoi film) anche se meno didattico nel movimento della cinepresa e quindi più reale. La storia è una storia Nostra, di questa piccola Italia in cui i principi con cui siamo cresciuti stanno facendo spazio a nuovi modi di intendere il circostante. Immagine, soldi, futilità.

Il marchese Del Grillo

Serata XXXV:
Ebbene, 35o appuntamento. Avanti. Non stiamo mollando.
Ed ancora "Il Maestro", Mario Monicelli allunga a 3, stacca tutti gli avversari, come il Brasile.
"Il marchese del Grillo", 1981.
Ieri in sala Uander, di lunedì causa partenza per il Marocco, io, elena, Albert Aporty ed Apix. Impossibile non citare il dono di Apix: bottiglia di Aperol e 6 bottigliette di cedrata Tassoni ("Quante cose al mondo vuoi fareee, costruireeee...."). Bel mix, come si chiama più?

Extra: La Zona

Lunedì scorso, io, Elena e Zippino abbiamo deciso di vedere un film, che novità eh?
La novità ve la do io: non guardatelo.
Ma nemmeno se fosse l'unico film che avete sulla chiavetta. Anzi, formattatela.
"La Zona", esordio cinematografico dell'uruguaiano Rodrigo Plà, classe 1968.

Metropolis

Cineincontro XXXIII:
Ciao. "Metropolis" di Fritz Lang (Vienna, 1890), film del 1927. O meglio, del 1987...mi spiego: la versione da noi visionata è quella musicata dall'artista di Ortisei, Giorgio Moroder (non proprio l'ultimo degli sfigati...leggetevi un po' di titoli). Diciamo subito che è "opera altra". Ottimo lavoro, ma non amalgamabile all'opera originale. Non foss'altro per la durata: Moroder ha tagliato circa la metà della pellicola di partenza.

Extra: ...la techno chiama.

Ciao 'rofum, oggi vorrei parlarvi di un film che ci è stato presentato da Mignox, durante i festeggiamenti "Championici" di domenica 16 maggio 2010. Io me ne dimenticai, Zippino no, e quindi attratti dall'introduzione ce lo siamo visti in sala Uander.
"Berlin calling" del trentenne tedesco di Stoccarda, Hannes Stöhr (suo è il documentario "Berlin is in Germany, 2001).
In giro per la rete solo critiche, a parte una fredda sufficienza dal "Il Fatto Quotidiano". Io mi ci metto in mezzo e lo difendo.

Extra: ...bell'amico!

"L'amico di famiglia" di Paolo Sorrentino, 2006.
E' il primo film che vedo del quarantenne regista napoletano. E' il suo terzo film, dopo "Le conseguenze dell'amore" davanti al quale crollai due volte ed infine mi arresi.
I titoli iniziali del film sono molto belli per colonna sonora (se non ricordo male anche il film precedente fu molto attento alle musiche; Apix mi passò il cd, mix orecchiabile di musica elettronica e soft) e per fotografia (Luca Bigazzi). Il regista si diverte a somministrarci immagini al rallentatore, o statiche, colme di simbologie e significati nascosti (la suora sepolta fino al collo sotto la sabbia, giocatrici di pallavolo, il cavallo accasciato...!?). La camera la sa muovere ottimamente, le meningi degli spettatori, un po' meno. Sarà, ma poco ci ho capito.

Extra: Draquila

Buonasera. Sono stato al cinema a vedere "Draquila", documentario di Sabina Guzzanti, e adesso mi appresto a scrivere una recensione incazzatissima.
Il documentario parla prettamente del tragico terremoto del 6 aprile, ma nel discutere di questa vicenda, tocca, con grande durezza e concretezza, tutto il contorno di marciume politico, mediatico, mafioso che rende famoso in tutto il mondo questo nostro merdoso stato/azienda.  Ho avuto l’ennesima conferma che se non rubi sei derubato. Il modo in cui ci fregano è molto semplice, stravolgono il significato delle parole, ne aggiungono altre a loro piacimento ed ogni modifica è un grosso palo infilato proprio lì. Faccio un esempio. In situazioni di emergenza, quali calamità naturali, si può disporre del denaro pubblico senza passare dai consueti sistemi di controllo. Benissimo. Lo stato di emergenza è stato accomunato al verificarsi di grandi eventi. Chi è che decide se un evento è grande oppure no? Lo stato merda.

Sesso, bugie e videotape

Cine-serata XXXII:
Buongiorno a tutti, ieri sera per il ciclo "Tempi Moderni" (tanto caro al Tigre), in sala Uander è stato proiettato "Sesso, bugie e videotape", di Steven Soderbergh, del 1989. Primo lungometraggio del regista cresciuto a Baton Rouge (Louisiana), ambientato proprio lì, che vinse la Palma d'oro di Cannes quando il regista aveva 26 anni.
In sala i soliti intimi: Io, Elena, Taigher, Albert I e, proprio al photo-finish, Albert II di Monzambano. Per dovere di cronaca, quest'ultimo si presenta in sala con una fantastica vascona gelato, con coni annessi; i gusti? Cioccolato extra-fondente, nocciola australiana e jogurt.

Fuga di mezzanotte

Cine-Incontro XXXI:
Ueila 'rofumarci! Come state? Che strano il nostro "circoletto"! Ieri pochi intimi, con due new entry: Tommy ed il suo compare a quattro zampe Peco. Benvenuti. Quindi, i presenti: Io, Elena, Tigre ed i già detti. Pasta al pesto (da Celle) e vino rosso Corvo. Via, possiamo partire; non sappiamo che scegliere, scorriamo i film e sono folgorato da un'idea: perché non spararci "Fuga di mezzanotte" di Alan Parker (del 1970)? Nessuno l'ha visto (tranne il sottoscritto, senza finirlo, spronato dal Tony ai tempi del Naviglio Pavese), aggiudicato.