Le dita dello Stato

Con Elena, nella sale, abbiamo recuperato “
Shayda”. Film del 2023, scritto e diretto dall’esordiente Noora Niasari, regista iraniana espatriata da bambina in Australia. In questo film autobiografico, il calvario esistenziale di una donna-madre oppressa. Da un marito rincoglionito di fondamentalismo, da altri mariti che compongono lo Stato, che ha dita ben più lunghe del suo braccio armato.

Salva Guardare ?

Con tali domeniche di sole, il cinema finisce all’ultimo spettacolo, dove nella grande Sala 1 dell’“America” siamo con altri 6 sconosciuti per quello che viene definito un thriller-horror ricercato, con una caratteristica lampante: a stretto giro mensile ancora con Steven Soderbergh: “
Presence”, dell’anno scorso 2024, intrattiene e suggerisce come un buon amico immaginario.

Punto di lettura

In TV, nella veste restaurata nel 2021 dall’Istituto Luce di Cinecittà, è transitato “Al di là del bene e del male”, del 1977: per noi la maniera per far accomodare in sala 'Rofum Liliana Cavani. La regista di Carpi, classe 1933, con la sua 5° pellicola, ci ha dispensato gocce bollenti del suo cinema antitotalitario e letterario.

"Bella anche se fa male"

Il ciclo dedicato a “Rock Hudson: cuore ribelle”, in onda sul canale RaiMovie, ci ha permesso di incontrare per la 4° volta Douglas Sirk che, nel biografico “Inno di battaglia”, del 1957, impasta materia bellica e amorosa, con coraggio di marines indomito e sensibilità di pacifista innamorato.

Settlers At Work

Quella che in questi mesi potrebbe apparire una pellicola anacronistica, si rivela invece la più pregnante “propaganda politica”. “Happy holidays”, del 2024, secondo lungometraggio del palestinese, classe 1975, Iskandar Qubti (che gli valse un “Oscar” e una “Camera d’or”), è ambientato in salotti agiati, ma già pronti alla deflagrazione: anche questa è colonizzazione.

Mettersi e panni

Un Sydney Pollack ogni tanto. Così, per "Tootsie", del 1982, siamo giunti alla 7° volta col regista dell’Indiana. Che s'intravede? L'abile director di commedie e drammi, su tinte più o meno progressiste, interpretati dalle Star del tempo. 

Fidelis temper

Ieri sera, nonostante le temperature calmate, la stanchezza la faceva da padrona. Un film con Silvester Stallone dovrebbe assicurare una certa leggerezza che, alla peggio, può trasformarsi nella più trascurabile pesantezza. E’ chiaro che abbiamo visto "Johnny Bobo(t.o. "Bullet to the head", 2012) soltanto per Walter Hill, qui tornato pedissequamente ai buddy movie che lo resero celebre nei pressi degli angoli gialloblu dei supermercati. Altrettanto lampante che, anagrafica e professionalità, possono intersecarsi ottusamente.

Una forza in più

Su "RaiMovie", all’interno del ciclo "Meravigliosamente classico", la fase dedicata a “Rock Hudson: Cuore ribelle”. “a 100 anni dalla nascita [17-nov-1925] dell’attore statunitense simbolo che ha sconvolto i canoni dello Star System Hollywood”. Causa omosessualità, Roy Harold Scherer Jr, poi Fitzgerald, dovette fare incetta di rospi. Questo dolore, abbinato al solido fascino, emerge quando diretto da Douglas Sirk, come ne “Il trapezio della vita” (t.o. “The Tarnished Angels”), del 1957, dal “Pylon” di William Faulkner…