Zan-Zac!

Questa volta è stato Renato Castellani, a venire nei caruggi. Affezionati a questi due, ha voluto presentarci "Zazà", donna oggetto che si vorrebbe soggetto. Lo diverrà attrerso le sSsSs di un'emancipazione dolorosa. Siamo nel 1944.
Dall'ominma piece, riveduta con Alberto Moravia, sul palco Isa Miranda e Antonio Centa. Ancora Nino Rota a musicar questo che "E' un film Lux". Zazà col suo "non so che" in odor di Angelo Celeste da Balera ("La rumba"). E' chiaro che Castellani voglia condurci proprio in quel "non so che nascosto", sfida interessante. "Al varietè di viene per scherzar", ma dietro le stoffe battono i cuori. Quello di Zazà riceverà colpi. Alle prese con Antonio "Dufresne" uomo bugiardo, piccolo parigino, inebetito d'amore (te vai a scotta' lo zampino co' Zazza'!). Ottimi momenti innocenti, vieppiù con la figlia Totò ("La storia è così"), in un'operetta tragica ambientata Oltralpe (Cinecittà), giocata a testa alta da Renato, vero 10 cinematografico (l'occhio della "vedova"!).
(depa)

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