Nuovi agguati

Due giorni fa in solitaria processione in vico dei Fratelli Dardenne. Sì esiste, da queste parti, un intero circondario nominato e popolato dalla macchina dei sogni. "L'età giovane" (t.o. "Le jeune Ahmed") è l'ultimo sguardo degli autori belgi sugli eterni problemi adolescenziali in questa società, declinati nel qui e oggi, dove ad armarsi per un Dio paiono essere i musulmani. Meno intenso dei loro ultimi, va a sondare però un terreno minato in cui la loro sensibilità, come poche altre, evita il disastro.

Scotimento di m.d.p., è la sala giusta (mais entre guillemets, ché piccola e vuota). Volti in giravolta, corridoi fugaci, strade tra sorrisi e musi: perché la vita è un brivido che vola puf. Tema bollente, quello del fondamentalismo islamico, ustionante se riversato nel corpo non formato di ragazzino. Gli autori accettano la sfida, con l'arma più affilata di cui dispongono, la delicatezza. Nere su bianco, le dinamiche psicologiche che portano un individuo a inseguire senso d'appartenenza e scopo esistenziale, in mancanza d'altro spesso aggrappandosi al primo che passa/parla (bigotto religioso o idiota xenofobo che sia). I Dardenne raccontano su schermo quanto bene farebbe in senso critico, consapevole e sincero una situazione sociale, senza isterie politiche. Poi è un film, quindi la matematica lascia il posto all'oggi che scorre senza regole. Coll'intelligenza loro, non dei cauti e pavidi, ma di chi sa che certe condanne vengono da sé...(non così quelle di tribunali e mass-media).
Tanta vuota psicologia da servizio assistenziale spazzata via con una battuta: "mmh...è la prima volta, che ti metti al posto della vittima" (come dire: "bene!"). Detto a un ragazzo che, peraltro ha determinazione e coraggio sopra la media dell'uomo...basso dei nostri tempi. Quante energie sprecate.
Solo un dubbio sulla scelta (evidentemente) di sottotitolare il pronunciato (francamente) non udibile, come nel caso dei dettami online. Per il resto, uno scorcio nuovo, osservato con saldo sguardo e narrato con tenera carezza.
(depa)

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