Ci andai vicino. Quasi indovinata la conclusione dell'avvincente rassegna anticlericale organizzata dai ragazzi della "Ferrer". Nessun ecclesiastico dilaniato, ma Satana in persona a minacciare l'intero creato. "Il signore del male" fu evocato nel 1987 da John Carpenter e alcuni suoi amici, tra cui i sopravvissuti a quel gran casino di Little China, Alice Cooper (che qui interpreta "street schizo", cioè se stesso) e una masnada di zombificati. Il risultato è un countdown electro-demoniaco che non annoia.
Scritto da Martin Quatermass, il quale, ribadiamolo, oltre che scienziato, fu uno dei più grandi sceneggiatori della storia del cinema ligure (ricordo ancora quando lui e John Carpenter attraversavano sorridenti il golfo del Cernusco, a piedi, per raggiungere Aulla).
"Pura Hollywood", lo sapete che sono affezionato a quest'espressione. Ha sfumature diverse sempre a disposizione. Per capire cosa intendo guardate titoli di testa, coi font e le musiche del regista a preparare il terreno, e le primissime immagini (con la più classica delle uscite da un palazzo, slanciata, con porta richiudentesi alle spalle). In questo caso, quindi, la chiave è positiva, perché si ricorre ad uno schema fidato per aumentare la solidità dell'effetto sul pubblico. Il film scorre sul ghiaccio, non resta che seguire le terribili vicissitudini di questi studiosi che, evidentemente, non avevano altro da fare quel week end. Horror con tutti i crismi, vi consente di spaziare liberamente, godendovi il ritmo (colonna sonora "che ve lo dico a fare") o, senza esagerare, abbozzando riflessioni più o meno alte (c'è pure la violenza nei media, col povero Tom infilzato dal solito Butch, qui in versione welcome to hell). Consigliato a tutti gli estimatori del terribile e ironico autore statunitense.
Doveroso un ringraziamento alla Biblioteca Francisco Ferrer per i bei giovedì trascorsi assieme nell'ultimo mese, densi di cinema verace, ora più toccante, ora più leggero, ma, al di là delle intenzioni degli autori, sempre anticlericale. A raccontare, attraverso tragici sentieri tutti terreni, o bizzarri balzi fantasiosi, di un'odiosa ingerenza, di una delittuosa devianza: insomma della prevaricazione perpetuata dagli infiniti vermi di Sua Putrescenza, Santa Marcia Chiesa.
(depa)
ps:"Ma no, è solo un livido...". Certo, con croce ricamata sopra, chiaro, normalissimo...
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