Giovedì, si sa, è un giorno goloso per un cinefilo. Quando non si è troppo persi nelle 8 ore più insulse, ci si ricorda di guardare fuori. Nel mio caso: controllare cosa esce nelle sale. Leggo "di Jim Jarmusch". Bon. Marigrade abile e arruolata. Ghe semmu, "Ariston" 21.15, "Paterson". Ed eccola, la poesia, riecheggiata dallo sguardo di un autista sensibile.
Rubala e corri
A volte va così, ti arrovelli nel cercare pellicole decenti, poi qualcuno, tipo Marigrade, ti propone un filmetto in un cinema parrocchiale frequentato da ultra novantenni, tipo "Nickelodeon", tu non sei convinto perché sei snob, tipo me, e infine ne esce una pellicola leggera ma intelligente, ironica ma attenta, scanzonata ma utile. Utile, ad esempio, per capire cosa sia stata La Musica per generazioni di ragazzi malcapitati (tipo Dublino anni '80). E' per questo che mi sento di consigliare "Sing Street", tipica boy-band story (qui @school level), diretta dal dublinese John Carney (classe '72), che si fa percorso di crescita, dove questa può significare solo evasione. Anche perché la musica, prim'ancora che in un'epoca e in un luogo, è nell'aria.
T'imburtùn
Due giorni fa m'è caduto l'occhio su "Regia di Tim Burton", quindi, fedele e fiducioso, mi sono incamminato verso l'"America". Non sapevo nulla di "Miss Peregrine" (sottotitolo "La casa dei ragazzi speciali"), ma dopotutto cosa bisogna sapere di un film del fantasioso regista di Burbank? Basta accoglierne la magica atmosfera e lasciarsi divertire e commuovere dai suoi personaggi. Quando ci sono...
Intergalacticazz!
Rosicchiandolynch. Andando avanti con la filmografia di David Lynch, intendo. Ieri sera, abbacchiato per l'ultimo Burton, ho cercato altra magia. Un'avventura nel fantastico che lasciasse del dolce in bocca. Pertanto, ore 21:19:67 (!), start su "Dune", pellicola del 1984 basata sul romanzo omonimo, del 1965, dello statunitense Frank Herbert. E mi ritrovo nell'anno 10910 (e qualche giorno), tra Atreides, Arkonnen e Arrakis...
Amare da morire
Domenica scorsa, dopo un "Edipo re" così così (aridaje) ed un saluto ai ragazzi di Pellicceria Occupata che non mollano (a breve, post), Elena ed io per l'ultimo saluto alla "Diva fragile" Gene Tierney. Già, poiché agli "Amici del Cinema", cineclub incastonato nel gigantesco Don Bosco di Sampierdarena, è in programma "Femmina folle" (t.o. "Leave her to heaven"), pellicola del 1945 diretta dal newyorkese John Stahl (1886-1950). Pellicola intrigante, date l'ipnotica bellezza e la "folle", appunto, gelosia della protagonista.
Amore a perdere
Due lunedì fa, all'"Altrove"...che ve lo dico a fare?...gli U.S.A. risposero mastodonticamente al fuoco sovietico. Sempre del 1980, "The Elephant Man" di David Lynch strappa e calpesta il cuore dello spettatore. Anch'esso, in fondo in fondo, non diverso da tutti gli altri e, proprio per questo, avverso a tutti i diversi.
Io, testardo
La settimana scorsa, dopo un "bambino che amava gli alberi" così così, pure troppo volitivo e giusto (e cosparso di tanto amore!), ho voluto unire i due fili che mi trovavo tra le mani, quello di David Lynch e quello dei buoni sentimenti. Un azzardo, se si pensa alla cifra artistica di Lynch. Ma, nel 1999, il regista del Montana sorprese tutti con un lungo percorso della memoria, commovente e necessario: "Una storia vera".
That’s amore!
E’ un pigro e noioso
pomeriggio in sala Porty Hostel, o meglio lo era prima dell’incontro con un
vecchio amico del Cinerofum, Billy Wilder, che mi ha piacevolmente intrattenuto
raccontandomi il mio bel e lontano paese. Un’Italia
comica e disordinata, ma soprattutto affascinante e romantica.
Siamo nel 1972 quando nelle
sale usciva “Che cosa è successo tra mio
padre e tua madre?” (Avanti!) commedia
decisamente piacevole anche grazie al suo principale interprete, un grande Jack
Lemmon.
Giochi di società
All'"Altrove"...già sapete. Ieri sera il primo è stato sovietico: "Caccia alla volpe" del 1980, diretto dall'ucraino classe '45 Vadym Abdrašytov. Pellicola interessante, dove la regia compatta chiude il cerchio nel finale (se vogliamo, proprio non chiudendolo), dopo aver "parlato" di senso di colpa, di gelosia, invidia, odio, insomma tutte le belle rughe che compongono il nostro volto.
Voltilontani
Venerdì scorso è stata la volta dell'ultimo lavoro di Xavier Dolan. All'"Ariston" a vedere "È solo la fine del mondo", con Marigrade ed Elena, ci sono pure io. Il giovane regista canadese ripresenta le sue tematiche, l'incomunicabilità su tutte, scegliendo in questo caso un testo teatrale che possa fisicamente rendere temperature, urti e attriti di un dramma in interni di ben poche speranze.
Beata Innokentia
Forse avendo visto gli USA mettere in campo l'artiglieria atomica, ieri sera, nella fredda sfida del lunedì all'"Altrove", l'URSS ha deciso di non affrontare gli avversari sullo stesso piano e, con una mossa strategica degna di uno scacchista russo, di colpire di sorpresa, virando verso la Foce del Surreale, così da disporre dei vantaggi dell'Altopiano del Grottesco. "L'incredibile signor Detockin", diretto nel 1966 dal sovietico Eldar Rjazanov, entra di diritto nei film comici che guarderei sempre, a testa in giù, assurdamente.
Ultimo pre buio
"Cold war"...bla..."Intolerance"...bla bla..."Altrove"...bla e bla..."Gli ultimi fuochi", OCIO! Intendi dire che, ieri sera, alla solita proiezione in pellicola, è stato proiettato l'ultimo film, datato 1976, diretto da Elia Kazan? Esattamente, caro 'Rofum; tratto da Fitzgerald e con cast d'eccezione, è una botta d'amore antidolorifico, prima della consueta picchiata.
Allora fallo tu
Sabato pomeriggio grigio, fuggo in una sala. Scelgo la "Corallo", gran cinematografica! colle sue sinuose poltrone rosse, morbide sotto di voi, dove proiettano l'ultimo film di Clint Eastwood, "Sully". Prevenuto verso questa pellicola per qualche ultima scadente visione (le mie lo furono) e per chiacchiere amiche ad essa avverse, mi ritrovo all'uscita tutto sommato soddisfatto, a chiedermi quali insuperabili difetti si possano intravedere in essa. Niente di indimenticabile, certo, ma nemmeno irritanti pretese. Un fatto di cronaca con la sua scia d'inchiesta, tutto ben ricostruito, per amore di verità e, soprattutto, d'intrattenimento.
Era un'altra
Venerdì scorso siamo saliti sul 18, Mino ed io, direzione Sampierdarena, per il terzo appuntamento galante con Gene Tierney. Questa volta la "Diva fragile" s'è presentata in singolare veste di assente, anzi, di cadavere. "Vertigine" (t.o. "Laura"), diretto da Otto Preminger nel 1944, è un giallo su cui aleggia lo straordinario fascino della protagonista, reso ancor più potente dal mistero del suo presunto omicidio.
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