Le virgolette del titolo, doveroso chiarire immantinente, sono ironiche, se non sarcastiche, pronte a sottolineare il fatto che, se Robert Altman si cimenta nel genere leggero, estivo della commedia rosa, il risultato sarà comunque (inevitabilmente mi vien da scrivere) eccelso. "Una coppia perfetta", del 1979, colpisce per la sua grazia e la sua ironia, opera che innalza un genere minore al livello dei suoi fratelli più aristocratici.
Guardarlo, guardarlo, guardarlo. Non posso che consigliarvi così. Uno perché è un'altra opera di Altman, tout-court, due perché avrete un modello per poter valutare quella miriade di stupidaggini che vengono propinate al pubblico delle festività d'Ognissale. Non si spaventa di fronte a nulla il regista americano; vuole questo film per provare, più a sé stesso che ai critici, di poter affrontare ogni genere cinematografico, e lo realizza, con grande tenacia, senza compromessi. E' puro sciroppo Altman questo "A perfect couple"; la pennellata del grande di Kansas City non esce mai dai limiti, ci mancherebbe!, non sbava mai, ma di che parlo!?
Sommo creatore di atmosfere, questa volta ci catapulta nel puro sound of Seventies, dirigendo, come al solito, tutto ciò che compare sullo schermo, donandogli grazia e spogliandolo di qualunque sorta di stupideira. E in più si ride, di gusto.
Sorta di Re Mida della Settima, lancia anche lui la sfida al Cinerofum: "Dai, trovane uno che non va". Accettiamo?
(depa)
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