La settimana scorsa, al Plinius di Viale Abruzzi, io ed Elena, tenendo duro di fronte alle messe in guardia ascoltate e lette qua e là, siamo andati a vedere l'ultimo lavoro di Woody Allen. "To Rome with love", in effetti, non risulta un film all'altezza dell'ampia e ottima filmografia del regista statunitense, ma l'Italia, oggi è questo: Attila ci fa un baffo, se un capolavoro viene esposto, vi saranno disegnati sopra "falli acidi", se un fotografo di fama internazionale le provasse tutte per giorni, non riuscirebbe ad evitare di immortalare (sigh) il prodotto di un'etica naufragata nel becero malcostume, di un senso civile sodomizzato dal vuoto soldo.
Sì, è così. Non è un piacere vedere questo film: se da una parte la recitazione di alcuni attori lascia sgomenti su come possano essere orbitati nei pressi del grande regista (il padre-tenore, la bell'ingenua di Pordenone, dall'altra irrita vedere quest'Italia. Quest'ultima considerazione si biforca lungo il percorso: da una parte c'è il Bel Paese dei luoghi comuni in cui, incredibilmente e ingenuamente, il regista finisce per inciampare (non c'è bisogno di elencarli), dall'altra c'è il lato pessimo (possiamo anche dire lato B., rende bene) della nostra Penisola, contro il quale, però, il regista può ben poco, limitandosi cinicamente a lasciare che il teatrino della demenza mediatica e non, Made in Italy, faccia il proprio balletto di fronte alla m.d.p.
Non credo si sia trattato di una "marchetta" (qualche salame qua e là, ma siamo distanti dai livelli osceni di "The tourist"), tuttavia "To Rome with Love" è anni luce dalla forza evocativa che, nel precedente film, ha dipinto la stella Parigi come il Sole del proprio sistema; Roma non è da sogno ma solo qualche scorcio agghindato, ci si accontenta di alcune battute del regista (ma è poca roba), e di tutte le misure della Cruz (tutt'altro che poca roba).
Quindi, c'è poco da fare, l'Italia di oggi è questa, se Woody Allen viene a girare un film qui, ne esce una sorta di Manuale d'Amore 5 (Verdone da questo punto di vista può sentirsi lusingato). O attacchiamo il cervello e prendiamo questo film come monito (pensate un po' se dopo il filone gangstar movie ambientati in una Little Italy d'oltreoceano, prendesse piede quest'altra rappresentazione delle cose nostre...), oppure avremo tante altre produzioni che ci porteranno lavoro...e "fama".
(depa)
E' proprio vero che sembra un Manuale d'amore 5!?!
RispondiEliminaUn film molto leggero e di poca sostanza, con solo due pennellatine di originalità alla Woody, che sono il tizio che c'è ma non c'è e l' assurda storia interpretata da Roberto Benigni, la cui presenza, in questo mediocre film a livello recitativo, ovviamente spicca.
Sui contenuti e i luoghi comuni mortificanti, quanto in parte veritieri, sul nostro paese che Allen propone, hai scritto tutto tu.
Beh...alla fine dei conti, un film perfetto per un post-serata senza sonno! :)