Ieri sera altro film israeliano e, questa volta, non abbiamo a che fare con un esordiente bensì con un regista già noto agli specialisti (non a me, chiedo scusa): Avi Nesher, classe '53, due anni fa realizzò un film divertente, appassionante e fantasioso, senza dimenticarsi di girarlo decentemente. "The matchmaker" è un film che vi consiglio.
E' proprio una dolce favola moderna quella che ci viene raccontata, con un'onirica Haifa "bassa" sullo sfondo. Il film potrebbe spaventare all'inizio, impostazione più che classica e taglio recitativo a cui non siamo abituati (in Europa). Però, scena dopo scena, la pellicola acquista altri colori, oltre a quello bianco ingiallito dei muri presi a sberle da un sole che non trova ostacoli. Sullo schermo i colori di un'assortitissima dolce fauna umana, c'è il rossetto sullo stupendo sorriso della luminosa piccola Sylvia che fa la maschera al cinema dei "Sette nani", c'è l'oro dei capelli della della inquieta Clara, che rivive di continuo un incubo pur avendo i sogni negli occhi, c'è il marrone della cicatrice che solca il viso diYankele Bride monumento a non abbassare mai la guardia, lui che ne ha viste tante, anzi, quasi tutte. C'è anche un dolce sorriso di una ragazza un po' ribelle di origine irachena che, ritornata dagli sfavillanti U.S.A., perde la testa per un petto ancora glabro (bellissima la scena in cui il ragazzo si leva le maglie). Sì, una dolce commedia di quelle che, se distribuite nelle nostre sale, farebbero gridare a...niente, appunto; però c'è un'Hollywood che supervisiona (non in maniera invasiva e il tocco del regista è marcato), quindi potrebbe davvero piacere ai più.
Forse esagero in entusiasmo, ma non riesco nemmeno a arrabbiarmi di fronte alla scena più scontata (quella del bagno collettivo "di rottura" nella fontana, uhm...il "dito" poteva essere evitato) perché il film sta attento a non afflosciarsi, raccontandoci, già che c'è, anche di una città e di una cultura che vien voglia di gustarsi come un buon tè.
(depa)
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