Posizione di coscienza

Ieri sera, per il 4° appuntamento con “Cinema e Resistenza” organizzato dai “Ghetto People”, pure Elena allo “Zapata” di Sampierdarena. In programma “Inch’allah”, film del 2012, scritto e diretto da Anaïs Barbeau-Lavalette, regista canadese, classe 1979, qui al 7° lungometraggio. Dall’introduzione…“metafora” (“allegoria!”) dell’occhio occidentale dinanzi alla morte (genocidio), ma concretamente sul campo, al centro dell’occupazione israeliana, dove prendere posizione è un dovere fisico.

Zippo e Pollo

Il 2025 verrà da noi ricordato, anche, come l’anno in cui approfondimmo  la conoscenza di William Friedkin. Da un bianco e anonimo DVD trovato in “Santa Brigida”, l’ultimo film del regista dell’Illinois scomparso nel 2023: “Killer Joe”, del 2011, è un testamento cinematografico invidiabile. Dall’opera teatrale omonima, datata 1993, scritta nonché adattata dallo statunitense classe 1965, Tracy Letts, un cupo thriller accattivante e ben ritmato. Sullo sfondo marginalità e degrado, che generano affari sporchi, perversi, non così dissimili da…

Chefatigante

De paso
, ancora un western come pillola distraente e nulla più. “L’arma della gloria” (t.o. “Gun glory”), del 1957, ci fa scambiare due battute con Roy Roland (1910-1995). Il regista nato a Brooklyn, da ebrei russi emigrati, non ha scalfito il selciato cinematografico, ma ha comunque disseminato lo scorso secolo di decine di cortometraggi (anni ’30) e pellicole di serie B (’40-’60), come questa. Ma la “MGM” non lo ha mai snobbato.