Form'azione stop

Anticipato positivamente da Mino, avvallato da Elena, con Marigrade non abbiamo potuto esimerci dal recarci all’“Ariston” per vedere “Bird”. Regista della seconda età, classe 1961, l’inglese Andrea Arnold, anche attrice oltreché sceneggiatrice, col suo 5° lungometraggio ha mostrato la capacità dietro la m.d.p., il coraggio dinanzi ai fogli. Qualcosa di già visto, però, che tracima sulle immagini.

L'insapore del cuore

Nelle sale anche un africano. Il nome del suo autore è Abderrahmane Sissako, regista mauritano già incontrato e apprezzato dieci anni or sono. Con “Black tea”, del 2024, prende e va in oriente, assimilandone colori e visioni. L’incontro tra culture, a volte, comporta una perdita da entrambe le parti: melò sterile.

Fidarsi è peggio

Carne al fuoco nelle sale, tra cui l’ultimo piatto di Steven Soderbergh. Tra alti e bassi, il maturo regista di Atlanta passeggia disinvolto nello spy movie. “Black bag” ha il sapore del cinema antico, con l'aggiunta di innovazioni tecniche aggiornate.

Italiani buddisti

Il Prof. inoltra e informa sulla rassegna "Ecce Nanni" dedicata a Nanni Moretti => con Elena nella “Sala 1” del “Sivori”, quasi piena, per l'esordio cinematografico del regista e attore romano: "Io sono un autarchico", del 1976.

"Il perché della rassegna? La scelta di Moretti si spiega da sola [meno male…] Abbiamo voluto tornare alle origini, stasera con una rarità, difficile da trovare...Gli anni’70 e ’80 non furono così tragici per il cinema italiano, ma non solo” (L. Malavasi)...

Posizione di coscienza

Ieri sera, per il 4° appuntamento con “Cinema e Resistenza” organizzato dai “Ghetto People”, pure Elena allo “Zapata” di Sampierdarena. In programma “Inch’allah”, film del 2012, scritto e diretto da Anaïs Barbeau-Lavalette, regista canadese, classe 1979, qui al 7° lungometraggio. Dall’introduzione…“metafora” (“allegoria!”) dell’occhio occidentale dinanzi alla morte (genocidio), ma concretamente sul campo, al centro dell’occupazione israeliana, dove prendere posizione è un dovere fisico.

Zippo e Pollo

Il 2025 verrà da noi ricordato, anche, come l’anno in cui approfondimmo  la conoscenza di William Friedkin. Da un bianco e anonimo DVD trovato in “Santa Brigida”, l’ultimo film del regista dell’Illinois scomparso nel 2023: “Killer Joe”, del 2011, è un testamento cinematografico invidiabile. Dall’opera teatrale omonima, datata 1993, scritta nonché adattata dallo statunitense classe 1965, Tracy Letts, un cupo thriller accattivante e ben ritmato. Sullo sfondo marginalità e degrado, che generano affari sporchi, perversi, non così dissimili da…

Chefatigante

De paso
, ancora un western come pillola distraente e nulla più. “L’arma della gloria” (t.o. “Gun glory”), del 1957, ci fa scambiare due battute con Roy Roland (1910-1995). Il regista nato a Brooklyn, da ebrei russi emigrati, non ha scalfito il selciato cinematografico, ma comunque disseminato lo scorso secolo di decine di cortometraggi (anni ’30) e pellicole di serie B (’40-’60), come questa. La “MGM” non lo ha mai snobbato.