Corsa contro il vento

Auguri di buon anno Bubu! All'unico accolito del 'Rofum il primo doveroso pensiero. Ora, tempi di recupero, che, in realtà, il Cinema del 2023 non è ancora finito. Partiamo dall'ultima "lezione" proposta dal "DIRASS", nel "corso" intitolato "Post Modern: il cinema americano degli anni 80". Nel 1987, i fratelli Joel ed Ethan Coen ruppero gli schemi, scagliandoli uno contro l'altro. Il risultato è quel centone di stili che sorprese molti, irritandone altrettanti: "Arizona Junior".
Dai due registi, tra i maggiori esponenti del cinema degli anni '90, un "concentrato eccentrico di generi: on the road, prison movie, slapstick, cartoonistico. Un pastiche (amalgama di oggetti, ambiti, idee che non dovrebbero coesistere)". Per l'Erbert caro al doc. L. Malavasi, un fallimentare "stylish movie", solo stile: "eppoi, che film è, non si capisce se è realtà o finzione?!" (...). Scontentò, quindi, "ma è intrattenimento, puro, film culto da subito. Infine, soprattutto una pellicola romantica". Dopo l'interessante introduzione, prima ancora dei titoli, "My name is McDunnough" nel lungo incipit parlante. "Caso Arizona, mercoledì 12 aprile". Sogno o visione, i Cohen "sanno di averlo creato loro". Divertissement, tipo essere nati assassini ma senza munizioni. Matrice di molte loro successive, è una pellicola gridata!, dal finale debole, ma forse anche obbligato, dopo tanta stravaganza. "Illusione, fuga dalla realtà", ma "così reale": secondo Stato a destra, Erbert.
(depa)

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