Nubi di promesse

Un passo indietro, al 1958, ma più lontano. Rincorrendo l'amato cinema coreano, ci siamo fermati a raccogliere la proposta di "Foglio": "Per sempre con te" è il quarto lungometraggio del nordocoreano Hyun-mok Yu (1925-2009). Delicato racconto di rimpianti. Andati, imprigionati, gettati. Sulle strade diverse e inattese. Vivere può far più male della morte.
Nel poetico incipit, dov'erano i sogni, quando erano ancora tali. "L'età più felice", autenticamente sul filo tra gioia e dolore. La m.d.p. scorre lentamente sul presente feroce, tra gli angosciosi flashback. Lee Ryong è Gwang-pil e Do Kum-bong è Ae-ran, dolcissima e innamorata. Di chi? Inganno madre della fiducia, figurarsi poi, "un uomo nuovo". Uomo dal "cervello trasandato", cui nessuna cura può riportare la speranza. Frattanto...la Dong-il Corporation è all'apice, rimischiando carte insanguinate. La strepitosa scena dei due sfidanti, con la contesa e...la figlia, così come le incursioni vuote e rabbiose del disperato protagonista al night club "Swallow". Splendido e straziante come una rondine a dicembre.
(depa)

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