Fregole al limone

Cerco di riprendere il ritmo, partendo dall'ultimo (di)battito. Due giorni fa ho letto Mike Nichols quindi ho proposto ad Elena il suo, di lui, "Closer", del 2004. Pellicola che potrebbe aver visto, ma che evidentemente non le ha solcato il cerebro. Quattro star da tre continenti per rappresentare gli amori vacui d'oggi. Tra ormoni impazziti e leggerezze dell'essere, finiranno soli e feriti, o uniti e infelici. Pastiche.
Damien Rice al rallentatore, ci siamo capiti. Dal melliflua pop singer che rapisce liceali e neolaureate, la trasposizione sul grande schermo di un pezzo teatrale (omonimo) che ci ricorda quanto tale operazione sia delicata. Non basta il soggetto, vi si mette di mezzo il mezzo (cinematografico).
Tanta voglia di romanticismo, tra innamorati e problematici tipo Gondry. Natalie Portman ventiquattrenne (invero 23), ci siamo ancor più capiti. Una bellezza "disarmante" dinanzi alla quale piccoli uomini tremano. "Totalmente amabile e non mollabile". Ma è Jude Law il conquistador.
Insomma, tutti cornificanti e cornificati, lo scenario delle fregole borghesi è piuttosto meschino. Dialoghi deludenti. Discutibili salti  temporali che nascondono nubi in movimento (clima impazzito). Sconcerto per un intreccio che, come la Portman al palo, lascia a bocca aperta. Frasi banali innalzate a perifrasi esistenziali. "Una visione destinata al solo pubblico adulto" che non soddisfa i più maturi. Den è lunatico, l'altro è un medico frustrato e vanesio, Julia Roberts è imbalsamata (ma le piace in bocca, sopra e poi da dietro).  Infine, per il regista inglese, provvedimento penale per abuso di rallenti.
(depa)

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