Un'occhiata al regista e alla "Bibbia", mi dicono di tentare. Quindi porgo la mano a Roger Donaldson, regista australiano, presto zelandato, che nel 1985, al quinto lavoro, volle rendere omaggio ad "Una donna, una storia vera". Titolo originale "Marie", come Marie Ragghianti, con gli occhi di Sissy Spacek che dicono resa ma fanno opposizione. Mariti, superiori, capi, giudici e politici non la fermeranno. Discretino.
Schizzi resistenti
No ma poi vi racconto. E' che siamo nel bel mezzo del "cinema neorealistico" e Carlo Lizzani, al suo secondo impegno, pareva ulteriormente determinato nel ridisegnare le giornate in celluloide. Il passo ai piccoli gesti e alle grandi passioni degli ultimi, con un taglio che, complice la penna, che era già una m.d.p., di Vasco Pratolini, si fa beffa dei classici, divenendolo a sua volta: "Cronache di poveri amanti", del 1954, è un affaccio sul popolo stretto.
A spasso tra gli spari
Ricominciamo dall'ultimo, che è anche l'ultimo di uno dei "primi". Intendo Michael Curtis, intendo "I Comanceros". Ci imbattiamo per la terza volta nel regista ungherese statunizzato che, nel 1962, ancora girava con stivali e speroni, a suo agio, attorniato da attori che si divertivano quanto convincevano.
La lotta si fa
Poi Elena agguanta "Il cinema neorealistico italiano" di Giulio Cesare Castello ("RAI, Torino, 1962") e famelica ne chiede. La "Negri", incredula, si tinge immantinente del bianconero concreto e raffinato di Carlo Lizzani. Il regista ex-partigiano romano esordì, nel 1951, con una pellicola ambientata qui dietro, nella Val Polcevera resistente. Stupenda perché grezza: "Achtung! Banditi!", la solidarietà nella lotta.
Chela furiosa
Nella polvere dei Western puoi incontrare anche Henry King (1886-1992), nome da Galleria del Cinema. L'autore e attore americano, marchiato da "Stile sobrio" e "Scene d'azione efficaci", nel 1958, diresse la quartultima del suo centinaio di pellicole. Classico western di revenge, senza strattoni, solo nel finale squassa un canone, ma con morali bibliche ormai lise. "Bravados"...non più di tanti altri.
Fregole al limone
Cerco di riprendere il ritmo, partendo dall'ultimo (di)battito. Due giorni fa ho letto Mike Nichols quindi ho proposto ad Elena il suo, di lui, "Closer", del 2004. Pellicola che potrebbe aver visto, ma che evidentemente non le ha solcato il cerebro. Quattro star da tre continenti per rappresentare gli amori vacui d'oggi. Tra ormoni impazziti e leggerezze dell'essere, finiranno soli e feriti, o uniti e infelici. Pastiche.
Mini-giga
Sulle orme tracciate da "Foglio", Elena ed io ancora nel paese carioca, stavolta senza allegorie: è sufficiente mettere a fuoco gli affetti feriti, dimenticati. Ricordo la prima volta che uscì "Central do Brasil", non è dissimile dall'ultima: Walter Salles nel 1998 realizzò una dolce pellicola senza colature di alici in nessun cazzo di wonderlayer.
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