L'amour peut

Doveroso calar subito gli entusiasmi del film visto ieri pomeriggio al buffo "Nickelodeon", dov'è in corso il Festival del Nuovo Cinema Europeo. Per correggere il tiro sulla qualità dell'offerta, non dell'organizzazione. Se il precedente film spagnolo stimola la domanda se davvero in continente non si trovasse di meglio, questa pellicola francese sarà una di quelle da ricordare e consigliare. "Luna" (2017), pellicola d'esordio della strasburghese classe 1982 Elsa Diringer, parte in sordina, sporca, per dimostrare forza e purezza col passare dei frame.

Gran storia di gioventù scottata, realistica e ben scritta, nonostante il plot ormai diffuso (il cervellum bug di foto e video su telefoni cellulari). Vicende di tamarri gonfi (lode ai sottotitolatori, genovesi?), primi passi di falsi duri imberbi sempre sul crinale. Un'ottima sceneggiatura con azioni e reazioni ben studiate e verosimili, che i due protagonisti possono sfruttare per dare il loro meglio. La Cameron Diaz d'oltralpe Laëtitia Clément, strepitosa nei suoi alti e bassi di giovane carica di vita, le sue turbe di toccano (sul finire, vedasi la sua rincorsa all'amato in fuga). Il giovane parigino Rod Paradot, angelico e tirato, è già più noto. Bravò. Altro merito della Diringer, quindi, aver valorizzato questi due giovani interpreti.
Pellicola di dettagli ben studiati dalla giovane (più di me!) regista. Apprezzo i quattro tentativi d'accendino per appizzarsi lo spinello, così come i raggi solari ridestati sulla bella addormentata (invece del classico rabbuiamento simbolico o cronologico, erano le 14, sono le 18, semplicemente: prima c'era una nuvola, ora no, inno al realismo). E di sequenze che denotano profonda sensibilità e acume psicologica. Quella improvvisa della pistola, la prima, è esemplare. Quella più decantata della banda musicale, sotto un cavalcavia, con quel formidabile stacco finale sul bus del ritorno, è un'altra perlina. Mi scappa ma non mi alzo; incollato allo schermo, gli appunti saranno pochi. Fino al dolce finale d'umanità, lieto perché da dolore dirompente: e abbraccialoooo!
Una sola ed emozionata voce, tra Marigrade e me: Voto 8.
Non male come salto in avanti del FNCE.
(depa)

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