Grosso racket

Ma sì, già che ci siamo. Perché non scrivere due byte su "Atlas", il primo film in cui mi sono imbattuto al FNCE, quest'anno in programma al parrocchiale, con offesa, "Nickelodeon". Concorrente tedesco, di quella terra ha il tono duro, tosto, il grugno di una società violenta che bracca e sgombera. Sorretto da un protagonista possente, gigante buono d'asfalto, intrattiene con una sceneggiatura convincente, maturamente intimista prima, briosamente thrilling dopo. Buon esordio di David Nawrath, berlinese classe 1980 di origine iraniane.

Censurando la candida introduttrice del Goethe Institut ("Un film sul caro affitti", gulp), possiamo convenire però che la pellicola affronti il tema sociale dell'alienazione, dello sfruttamento ("lo chiamano lavoro...") e dell'accanimento economico. Certamente non è un trattato su, basti vedere come nessuna remora percorra il figlio di immigrati nell'affibbiare agli "arabi" il ruolo di più violenti dei violenti. Non sarebbero questi, in effetti, i tempi migliori per tali consunti tòpoi, ma nemmeno si può ostacolare un occhio che vede. Ad ogni modo, gli integerrimi prussiani (e via un altro...) non ne emergono più netti.
Cielo grigio, pioggia frequente, città e visi cupi. La vita che ci siamo costruiti non pare la più dolce, nemmeno la più gratificante, il caso gioca coi personaggi come uno sceneggiatore e noi del 'Rofum non pretenderemo mai verosimiglianza da una pellicola che non la promette. Qui il caso è bello grosso e per piegarlo è meglio colpire alla testa, con ghisa possibilmente. Infine, un film sulle responsabilità di ciascuno, soprattutto quelle rimosse: "Perché non ti sei occupato di tuo figlio?", domanda con indubbia sincerità il grande e terribile Moussa (uno scarrafone dopotutto!). E pure al docile Walter qualche rimpianto sarà balenato.
Soggetto che scorre senza semafori rossi. Canovaccio classico, qui è il contesto ad essere nuovo (racket, più o meno legale, delle abitazioni). Regia pulita, senza presunzioni. Con Marigrade concordiamo: Voto 7.
(depa)

Nessun commento:

Posta un commento