Pummarolen

Incredibile. Uno sguardo alla programmazione delle sale e colgo una proposta inusuale per le genovesi. Retrospettiva di un giorno, dedicata all'autore del recente killer stralunato di St. Pauli, una pellicola del 2002 da rispolverare. Con Elena, pronti. L'incredulità si fa più dolce al momento di sentire il prezzo della serata: gratis. Tocca ringraziare, quindi, il Goethe Institut per questa visione di "Solino", terza pellicola del Fatih Akin. Anche perché il film, non certo eccelso, ha una sua genuinità (discorso impronunciabile se riferito a "Va bene?!", disegno animato introduttivo a firma di Bozzetto, pregno di stereotipia).

Immigrati italiani del meridione in quel di Duisburg, dal punto di vista dei tedeschi (e di un autore anch'esso figlio di immigrati). L'interesse è scontato, permettendo di superare l'inevitabile "italianità", in senso negativo, della ricostruzione nostrana. Poco da ridire, ad ogni modo, sulla buona prova attoriale dei due principali protagonisti italiani (il partenopeo Gigi Savoia e la romana Antonella Attili). Le sorprese si susseguono. La parte dei due figli ormai tedeschi è svolta, con la suddetta freschezza, dai due principali interpreti (il monacense già visto, tra Lola ed altri, Moritz Bleibtreu, classe 1971, e il berlinese Barnaby Metschurat, classe 1974). Entrambi pure abili nella parlata italiana. Gigi e Giacomo scalpitano, tra conflittualità fraterne. Gli anni '70 dello scorso secolo scuotono i due giovani, le vecchie tradizioni scricchiolano, nuove passioni irrompono. "C'è tensione". Unguento magico, il cinema osserva.
Sceneggiatura non perfetta (il clamore per la foto bugiarda?), ma sorretta dall'energia che, concordiamo tutto sommato Elena ed io, scorre.
(depa)

Nessun commento:

Posta un commento