La settimana del nono film di Quentin Tarantino ci ha condotti al "Sivori". Fedelissimi del cinema popolare, non ci pieghiamo a vezzi e tributi del regista tennesseano, rifuggiamo le sale dai 10€ in su, con buona pace della super-tecnica sprecata. Più fattibile che mai, tra l'altro, essendo alle prese col meno pirotecnico ed al contempo col più estetico, e compassato film dell'autore. "C'era una volta a...Hollywood" è memoria dei tempi e del luogo, danzante sui piccoli o celebri casi del quotidiano.
Dall'andamento sorprendentemente languido, si tratta sempre del regista del pulp!, questa pellicola ha gli ingredienti base del cinema tarantiniano, dosati però con attenzione, senza la foga del regista di stupire (tranquilli, volete una rissa con Bruce Lee? L'avrete). La patina è la consueta, o sfavillante o lercia, le immagini cariche e dense dell'emozione del momento. I rallenti si danno il cambio coi repentini. L'occhio sempre appagato da un poster in movimento. Ingredienti dosati nonostante, o proprio perché, la materia si prestasse forse più dei precedenti soggetti. Scelta sapiente, consapevole che la fabbrica dei sogni camuffa pure gli incubi, presenti ieri come oggi, magari per trarne un altro incipiente "C'era una volta...". La fabbrica tutt'attorno, l'uomo nei suoi interstizi; dove poter saltare in aria o delirare, soffrire sorridere, ambire o ubriacarsi. Girandola imperniata sulle celebri colline della città degli angeli, dove queste minuscole canaglie che siamo ne hanno fatte e, soprattutto, viste delle belle. Senza LSD e pitbull sarebbe un viale Sunset ironico e spumeggiante, ma il dado rotola, dettando vita e morte. E Tarantino l'acchiappa, lo colpisce e tiene in moto, come un gattino ai primi stupori.
Da vedere, ché chi lo accusa di adagiarsi, anche in questo film, non s'accorge che Quentin è, ormai? finalmente?...in cammino. Vedremo dove.
(depa)
Bella recensione depa che mi trova d'accordo al 100%. Ho avuto le tue stesse sensazioni e deduzioni durante e dopo il film e non avrei potuto eprimerle meglio. Mi riferisco a quella maggiore attenzione all'estetica piu' che al pulp, che comunque non e' totalmente assente e regala un finale degno di Quentin. Durante il film pensavo anche alla sua bravura nello scegliere gli attori per i personaggi e cucirgli la parte addosso, tanto che sembra quasi che pensi ai personaggi per gli attori. Noi non lo molliamo... giusto depa?
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