Graziosa mansarda disponibile

Qualche settimana fa è stata la volta di un mostro. Ancora da terra tedesca volti espressionistici per raccontare un'atmosfera mefistofelica dove la frustrazione colpisce a sangue e smembra corpi. "Il mostro di St. Pauli", scritto e diretto dal tedesco Fatih Akin, quello della sposa turca, ha deluso qualcuno per la presunta mancanza di "scrittura dorsale". Ma gli efferati eventi si succedono e, lungi da essere sufficienti, si tirano appresso i versi in rima di un decadimento sociale, prima, ed individuale, a cascata. In uno stillicidio di crolli esistenziali e morali, bello a vedersi.

In sala le due Elene e, a ognuna il suo, Mino ed io. Non grandi proposte nelle sale, al City l'"ultimo" del regista di Amburgo di origine turche. Titubanti dinanzi al giudizio di quello che ormai è una sorta di Oracolo.it, li spingo a farcene uno nostro. Ed è stato bene, almeno per il sottoscritto. Come avrei fatto, altrimenti, a gustarmi il volto stralunato, aspro e sudato, del protagonista. Il pluriomicida Fritz Honka, interpretato da Jonas Dassler, un belloccio classe 1996 così distante dalla mostruosità del protagonista, è un personaggio materico che finirà per sporcarvi in sala (sangue, sputi, succhi, resti). Indimenticabile. Il suo appartamentino mansarda rimane negli occhi (coi titoli di coda si rivelerà maniacalmente, ocio!, ricostruito): tappezzeria a quadri rossi e boh, bicchieri e posaceneri sporchi sparsi, foto osé appese (necessarie in taluni casi complicati). Viene quasi voglia di prenotare una stanzina presso l'Honka B&B. Ma il vero luogo di culto è il bar. Al "Guanto d'oro" vale la pena passarvi, e perdervi, la vita. Fumi d'alcol, di morte, di sesso, tabacco. Mi cola qualcosa addosso, sento appiccicoso. L'amico Fritz è solo, brutto. Non è necessario alcuno scorcio sul contesto. Non serve alcun accenno a nazisti e terroristi. E' già tutti servito sulla tavola dell'intimo dolore di ciascuno. Ed Akin, con gesto elegante e duro, ne ha semplicemente e grandiosamente, con un goccio d'ironica vodka, svelato e mostrato interiora ed escrescenze: ecco la sceneggiatura di un folle solitario.
(depa)

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