Ah quando s'alza il vento!

Sempre settimana, sempre scorsa, sempre "Oberdan". Il caro vecchio "Spazio" propone l'ultimo film di di Hayao Miyazaki, "Si alza il vento", del 2013. Il solito vento, la solita acqua, i topoi delle opere del regista d'animazione giapponese, assieme al volo (sogno), vengono qui immersi nel reale, infiammato da devastanti terremoti e, soprattutto, da assurdi scontri bellici. E il risultato è, a parer mio, il suo migliore lavoro, intriso di speranza e rassegnazione.
Se il sogno più alto e libero può essere scorso nel desiderio di volare (aeroplani come "splendidi sogni"), quest'ultimo trova effettiva incarnazione nella figura di Giovanni Battista Caproni (1886-1957), la cui sola immaginazione (ancor prima della progettazione) era tale da dar corpo ad un Transaereo che, a vederlo, testimonia più follia che ingegnosità. Dall'ingeniere trentino al suo discepolo del Sol Levante, tal Jirō Horikoshi (1903-1982), il passo è uno piacevole svolazzo. Questo cartone animato moderno, ma rivolto al passato sia nella forma che nel contenuto, è un tributo proprio a quest'ardimentosa fantasia. Tema cardine dell'opera di Miyazaki, qui commuove poiché non ha il sapore di leziosa esortazione, quanto di affettuoso riconoscimento; verso coloro che, tra le tenebre della guerra, seppero farsi guidare da scintille provenienti da mondi di tutt'altra luce.Anche in questo film, le musiche avvolgono le immagini tramite variazioni azzeccate (classiche, zigane, francesi), soprattutto quando sono chiamate ad allontanare protagonisti e pubblico dgli incubi, dai dolori, dalla guerra (benché minacciosa e braccante, miracolosamente sullo sfondo, così come l'inquietante e sfumata apparizione di una delle tante polizie segrete). Inevitabile, a volte ce la fanno, altre no; ma lo sguardo, sino all'ultima malinconia, va dritto al sogno, ad un orizzonte che "bisogna tentare di vivere".Jirō non verrà scalfito dall'orrido di questo mondo e, assieme a Caproni (e la compagna Nahoko), ne ha in mente un altro, un altro volo.Emozionante, il mio preferito del regista.(depa)

1 commento:

  1. Non saprei se questo e' anche il mio preferito, ma di certo l'ultima opera del regista giapponese mi ha colpito, emozionato e commosso.
    I brividi mi sono corsi lungo la schiena quando quel treno ha iniziato a vibrare poiche' ho percepito l'impotenza dell'uomo davanti ad atti piu' grandi di lui e l'ansia del fuoco che avanzava dando l'impressione di inghiottire pian piano tutta la citta e' arrivata piu' forte' a me che ai protagonisti (Jiro pensava a salvare i libri e io pensavo: "ma bomboclat, scappa no?!". No way.)
    Immagini mozzafiato e accativanti per tutto il film, ritmate da una colonna sonora degna di nota che ogni tanto tranquillizza, altre volte eccita.
    Il sogno del bambino che diventa realta' nello stesso giorno in cui il sogno dell'uomo si infrange per sempre.
    Poetico.
    Ps: ieri sera ha chiuso i battenti la sala Town e stasse apre i battenti la sala Porty Hostel del quale, col permesso del direttore, se tutto andra' bene, scrivero' in futuro. Bless.

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