Ed eccoci a quello che giudico il miglior film visto alla rassegna milanese su Cannes 2014 (tra la dozzina che m'è capitata tra le grinfie). "Timbuktu", diretto dal regista mauritano Abderrahmane Sissako, è una stupenda, dolce e atroce, miscellanea africana, spazi immensi e tempi dilatati infranti dalle solite folli incursioni dell'uomo, animale sempre più smarrito.
Il paesaggio è quello dell'antica città maliana e dei suoi dintorni, luoghi dimenticati e dimentichi, così come la situazione sociale, malata, sbagliata. Il mosaico è reso alla perfezione dal regista che, sin dalle immagini introduttive, senza timidezza, ci racconta l'Africa che ama, con tutte le sue implicazioni, ora violente, ora cariche d'umanità. La musica africana proibita indica una possibile via di fuga, ma tanti cadranno lungo il percorso. Anche i magici silenzi africani (non solo quelli imposti), paiono alleviare la sofferenza. Questa pellicola, con maturità, dosa queste componenti, per evocare le dinamiche universali che intercorrono tra gli individui. Si badi, per nulla diverse da quelle "occidentali" (quale la differenza tra gli assurdi divieti subsahariani e i nostri, quale tra la ipocrisie prive di senso sempre all'ordine dei nostri giorni?). Quindi c'è poco da stare allegri, anche perché una terra come quella meriterebbe una gioia eterna. Tornando al film, conserva un equilibrio impeccabile, capace di azzardare sequenze rischiose ma che risultano perfette per estetica e poetica: su tutte, la partita di calcio; così come quella finale del parallelo tra la gazzella inseguita (ripresa dall'intro) e il motociclista; o come la scena del ballo al cospetto della "strega", figura davvero suggestiva; quella della lapidazione era necessaria, non solo perché, come prevedibile, sarà quella che il pubblico masticherà tornando a casa, ma anche perché non avrebbe avuto senso tacere, soprattutto se nel mostrarla non si fa leva sul sacco lacrimale, ma sull'intelletto (quelle sono pietre "vere"). Le immagini di questo film asciutto, ne sono convinto, vi emozioneranno. Io e Marigrade concordi sul voto finale...
Voto: 7 e 1/2.
(depa)
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