Dalla sala Tuba, su cui pende la spada della chiusura, qualche riga su un altro film interessante, visto quest'anno a "Cannes e dintorni". E' stato il canadese "Tu dors Nicole" del regista Stéphane Lafleur, classe 1976; una manciata di film nello zaino. Bianco e nero liquido per una calda estate di crescita per la giovane protagonista. Come un ventilatore al minimo la pellicola gira lo sguardo sugli incontri di giovani infiacchiti dal caldo cittadino.
Piaci agli occhi e tiene compagnia, per chi frequenta certi tipi, ovviamente. L'influenza di Tarkovski si percepisce, non mi riferisco certo al bianco e nero, ma al ritmo, dedicato ai volti e ai silenzi. A quelle pause che permettono di capire più della confusa, per quanto credibile ed istintiva, azione. Allora il palco è tutto per i caratteri dei personaggi, quasi tutti su piani generazionali differenti, in grado di accattivarsi l'attenzione del pubblico. Complice, certo, la confezione armoniosa, anche durante quelle prove musicali ingombranti. Nicole è proprio un tipo particolare, ma che dire della figura del precoce spasimante dalla voce tenebrosa? Geniale. Trova un suo senso anche la trovata finale del geyser, unico modo per spezzare una ciclicità esitenziale altrimenti senza soluzione. Nouvellissima vague d'Oltreoceano che merita l'attenzione di un cinefilo.
Voto: 7.
(depa)
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