Ieri sera, dopo la solita cena del
giovedì con papà, Antonella e la piccola Lucilla, mio
padre mi ha passato un dvd. “Il
laureato” è una pellicola del 1967, diretta dal regista statunitense premio
Oscar Mike Nichols e film di culto della generazione dei miei genitori. La
prima volta, lo vidi da ragazzino su suggerimento di mamma, ma non lo ricordavo
minimamente così, arrivato in sala Ninna, mi sono messo comodo e ho schiacciato
il tasto play.
Un film che all’epoca fece
scalpore soprattutto per il “triangolo” amoroso e incestuoso che propone, ma la
bontà di questa pellicola va decisamente oltre questa nota, soprattutto per l’epoca,
parecchio “piccante”.
Il regista mostra grande
inventiva nel trasmettere le sensazioni del giovane Benjamin e la scena “della
maschera da sub” che rende fortemente il suo senso d’oppressione ne è un
esempio su tutti. La dissolvenza sul viso sfuocato dal sole che batte alle
spalle della signora Robinson è magica e non sarà l’ultima, mentre la
confusione del protagonista diventa evidente.
I mattoni veramente portanti
dell’opera però, a mio parere, sono la colonna sonora delle chitarre e delle
voci di Simon e Garfunkel, la (prima grande) prestazione di Dustin Hoffman nei
panni del giovane protagonista e quella di un’altrettanto brava Anne Bancroft
che interpreta la seducente e intraprendente signora Robinson.
La scena “della confessione” è
emozionante e arriva in un momento in cui il film mi era sembrato si stesse
arenando in un banale “fino a quando riuscirà a mantenere il segreto” e invece
si rimescolano completamente le carte e, ancora una volta, le dolci melodie della
coppia folk più famosa al mondo,
rendono il tutto più coinvolgente.
Al cuor non si comanda ed un errore,
soprattutto se commesso in giovanissima età, può non essere accettato come
irrimediabile, anzi, le proibizioni e le difficoltà possono diventare benzina
sul fuoco dell’amore, e poi Elaine (Katharine Ross) è oggettivamente bella da
scapparci di testa.
La corsa di Ben verso la sua nuova
e unica ragione di vita prende il ritmo della celebre “Mrs Robinson” e l’uscita
dal tunnel sulla sua Alfa decapottabile rosso fuoco, nel momento in cui la
canzone prende più ritmo, mi ha dato il colpo di grazia: questo film è veramente
piacevole, bello esteticamente, emozionante, intrattiene e non annoia mai. La trama si
evolve in maniera molto originale ed è molto apprezzabile anche il finale che
rimane “aperto” a causa dell’inaspettato “suono del silenzio”.
Sia pure in veste di commedia e
attraverso un taglio sentimentale e non politico, quest’opera della Settima avverte
e in qualche modo anticipa i fermenti giovanili di ribellione che esploderanno
di lì a pochi mesi nelle grandi contestazioni del 1968, mostrando la
sostanziale incomunicabilità fra i giovani e il mondo degli adulti, che tentano
di imporre i propri schemi perbenisti, scatenando il loro istinto alla
disobbedienza.
Non si capiva bene ancora dove e come, ma si capiva che si doveva e
si voleva cambiare qualcosa.
Un film che merita tutto il
successo che ha avuto.
(Ste Bubu)
Max wrote:
RispondiEliminaSono io che ho "passato" il DVD de "Il laureato" a mio figlio (Ste Bubu in arte) e la sua recensione mi ha confermato che l'avrebbe colpito.
Al di là della ovvia condivisione per lo splendore della colonna sonora ( mi sarei stupito del contrario avendo già avuto modo di apprezzare la sua precedente critica dell'opera "The wall"), e per la eccezionale performance dell'esordiente Hoffman, ho rilevato con piacere la sua analisi dello stato d'animo del protagonista, tipicamente riferibile all'epoca.
La "confusione mentale" di Benjamin, seguita dalla fuga verso il tramonto alla guida della sua Alfa Romeo, condivido che possano rappresentare gli albori di quella insoddisfazione generazionale alle convenzioni borghesi che, effettivamente, avrebbero condotto alla contestazione e quindi alla ribellione sessantottina.
Non sono per niente certo che il regista intendesse dare questo taglio "sociale" alla sua opera, anche perchè altrimenti sarebbe risultato preveggente, ma, rivisto oggi il film, ingenuamente "piccante" per i tempi attuali... e volendone analizzare i contenuti, sono d'accordo che questo aspetto balzi in evidenza, più della "storiella" che non avrebbe ottenuto tanto successo se non grazie alla bravura espressiva dell'interprete ed all'emozione musicale offerta dagli ineguagliabili Simon & Garfunkel!
Ami wrote:
RispondiEliminaSe penso all'imbarazzo che creava in quegli anni un argomento come quello de “Il laureato” mi viene da ridere, ma due cose fanno sì che sia ancora così attuale: 1) il problema della differenza d'età nei rapporti d'amore ( vogliamo parlare di come siamo messi oggi? anche no, grazie...), 2) l'eterna propensione dei figli a non riuscire a pensare di essere stati concepiti attraverso un rapporto sessuale, se pur colmo d’amore!
Subito dopo quest'ultima considerazione entra prepotentemente il famoso gioco della torre: se fossi su una torre e dovessi buttare di sotto tua madre che ha sedotto un ragazzo (che non era ancora il tuo fidanzato, ma, nel casino generale diventa un particolare trascurabile...) e il sopradetto fidanzato, chi butteresti di sotto? Oggi probabilmente non avreste dubbi :-), ma allora la mitica Katherine Ross (sono d'accordo: bella da scapparci di testa!!!!), coerente con la generazione che allora di anni ne aveva trenta, profondamente rispettosa dei ruoli familiari e, in quanto donna, non previsto che prendesse delle iniziative, per di più controcorrente, per un po' segue il copione, salva la madre e butta di sotto l'amato!!! Ed ecco che arriva la vera rivoluzione di questa pellicola, oltre alle musiche meravigliose, agli attori meravigliosi ecc ecc, è il finale e devo inchinarmi a mio figlio (Ste Bubu) e a tutti coloro che, al giorno d'oggi, sono riusciti a cogliere questa grande ribellione che allora molto pochi hanno colto se non nell'aspetto romantico... E mi chiedo, come spesso accade a ciò che resta "nella storia", ma il regista l'avrà intesa così o avrà messo il finalino romantico solo per sviare la censura e il resto l'hanno "ricamato" i posteri ? ;-)
Ho rivisto molto volentieri questo film (anche perché è stata l'occasione per farlo conoscere ad Elena). Grazie a tutti per lo stimolo. E grazie per gli interessanti spunti. Concordo con i dubbi espressi. La "storiella" (perché di questo si tratta) ha assunto probabilmente significati postumi più forti di quelli intesi dall'autore. Il terreno è più che cedevole, mi viene da sintetizzare dicendo solo che, cartina tornasole, in questo senso, può essere solo l'opera del regista statunitense nel suo insieme.
RispondiEliminaIl film è, in ogni caso, un bel colpo. Parte secco, non c'è descrizione della costruzione...della distruzione, della discesa agli inferi. Tra le prime cose, la celebre inquadratura intra-cosce. La regia dinamica e coraggiosa è perfetta per questa pellicola dissacrante. Nel '67 non poteva che prendere fuoco.
Ritmo del battito del cuore quando ha rimugina due parole: sesso e colpa. Quando scenderà Mr Robinson? Quando interromperà la chiacchierata tra Ben e l'affascinante Mrs?
Stile profondo, sia sul piano estetico (utilizzo degli spazi), sia su quello emotivo. Lo spazio è denso di emozioni forti. Stile obliquo, anche, ad esprimere il senso di disagio, inopportunità, distanza (l'apnea di cui Bubu ha scritto).
Società di bacucchi che venne spazzata da anni nuovi, sconvolgenti. Da caratteri ed istinti scalpitanti (quello sbadiglio forzato del protagonista, così come la sbandata sul marciapiede, forse, esige che il film sia vissuto più istintivamente più che intellettualmente; qui mi ricollego alle considerazioni iniziali sui reali intenti del regista).
Tutto può essere riassunto in quel "Cosa direbbero?" e in quel debole e frustrante, floscio, "Perché non andiamo al cinema?". Il barattolo dell'ipocrisia e il porta noia, ormai erano colmi. Corre in soccorso il sorriso, carico di promesse magiche, di Mrs Robinson, appena prima che la porta si chiuda.
Sesso, quindi. E corpo. E nudo. Fascino.
Non si vede nulla, ma si sente, percepisce tutto. Sommo risultato degli autori.
Lei la sa costantemente più lunga (sbaglia solo nel cedere involontariamente tutte le attenzioni alla figlia, esigendo quelle promesse rassicuranti; errore grave per una donna).
In ultima, la musica. Perfetta nell'incorniciare immagini e stati d'animo ovattati, proprio come le voci di S&G. Stato confusionale, come giustamente evidenziato, di una generazione alle prese con se stessa e con quella precedente.
Tiriti tiri ti riti titi. Ti tiriti titi ti e folle corsa per provare a far tornare i conti. Per questo benedetto avvenire. I ragazzi dei college non sono pronti, sono rimasti senza benzina...troppo tardi. Tutto accade al di là del vetro.
Ma una speranza c'è, solo abbandonando il passato. Il crocifisso.
ps: "Sua moglie pensa che abbia detto Vercingetorige: zero punti!", ecco come finiscono i giochi delle coppie.