Ieri sera, terzo Buster Keaton
che passa in sala Ninna. “I parenti di
mia moglie” (il titolo è stato tradotto anche come “I genitori di mia
moglie”, ma, visto il film, la giusta traduzione è sicuramente questa) è un
cortometraggio del 1922, scritto e diretto dallo stesso Keaton e unico lavoro
di quegli anni per il quale non si avvale della collaborazione di Eddie Cline
alla regia.
Ventiquattro minuti di grasse risate
d’autore.
Ormai è ufficiale: mi sono preso
una cotta. Forse in quanto già amante ed estimatore del suo “rivale” Charlie
Chaplin non avrei dovuto o forse, proprio perché adoro tanto questo tipo di
comicità (muta anni ’20), era scontato che succedesse.
La trama di questo corto è
semplice, ma in compenso le gag sono tutte
geniali ed esilaranti. Dalla prima (la “sventagliata” nella faccia del postino)
all’ultima (la “testolina” di Keaton che spunta da un quantitativo incredibile
di schiuma di birra che ha invaso la cucina per un suo errore nel dosaggio del
lievito).
Ancora una volta Buster sfrutta
le sue grandi doti acrobatiche per far scattare la risata sicura: cade,
ruzzola, salta e soprattutto, in questa pellicola, viene spesso lanciato per
aria e “manipolato” come fosse un bambolotto dai suoi nuovi, rispetto a lui
così gracile e minuto, giganti parenti.
Anche la sua tipica aria
stralunata fa spesso capolino in questa pellicola, incitata dalle stranezze
della sua nuova casuale (per sfiga!) famiglia a cui si trova costretto ad
assistere, e anche in questi passaggi è impossibile non scompisciarsi dalle
risate.
Insomma, questo “My wife's relations” non è
trai suoi film più noti e popolari ed effettivamente rispetto a “One week”
manca di un po’ di “dolcezza” e rispetto a “Seven chances” di una trama veramente originale e quindi ad
effetto, ma il terzo incontro, anche se alla fine non risulta il più bello,
spesso è quello che ti fotte e così è
successo a me ieri sera.
Totalmente cotto della sua arte.
(Ste Bubu)
Forse è il tuo quarto incontro, ecco perché sei ancora più cotto di quanto tu creda. Di nuovo, mi accodo a tutte le tue osservazioni, dalla prima all'ultima.
RispondiEliminaAffresco un po' impietoso, a voler fare i menabelini, sulle periferie melting pot dove, magicamente, tutti possono "fraintendere alla perfezione" (di certo non si esalta il galateo dei polish). Ma siamo qui per ridere (lo facciamo, lo facciamo) e per lustrarci gli occhi di fronte alla verve comica e alla capacità atletica dell'artista statunitense.
Ho avuto una seconda allucinazione o nei titoli di testa compare ancora Eddie Cline?
In ogni caso, gran moglie!...
No, non hai avuto un’allucinazione. Hai ragione e hai fatto bene a sollevare il dubbio, quindi correggo l'informazione errata da me data: anche in questo corto effettivamente Keaton è coadiuvato alla regia da Cline. A sto giro, mai fidarsi ciecamente di Wikipedia...
RispondiEliminaPs: allora era la terza volta che uscivamo da soli io e Buster, senza Charlie Chaplin a fare da reggi candela parecchio ingombrante ("Luci della ribalta")... :)