Tra le sale cinematografiche, alcuni rimasterizzati di Éric Rohmer. Rispondiamo con proiezioni casalinghe, tra cui "Il ginocchio di Claire" del 1970. Il tocco noto del regista. Delicatezza e ironia, per mettere in scena le ineffabili supposizioni d'amore.
Il V° dei "Sei racconti morali" è un serratissimo e pruriginoso chiacchiericcio. Jérôme è che convinto di, ma. E' ronzato dalla giovanissima e vispetta Laura interpretata dalla solita Béatrice Romand. Si trascorre Martedì 30 giugno, data storica, a scavare verbosamente nei modi di fare. Beirut, Rabat, Svezia, Canada….il salotto benestante nel suo girare a vuoto (ma, ripeto, Rohmer li segue?). La rumena Aurora è una donna ispirata, mentre Jérôme è la copia delle copie. Per lei (Cornu), un vezzo, così in amicizia sviato su Laura ("Oh, senti, smettila"), ma è Claire che, tra le altre cose, ha il titolo. Bastano cinque o sei giorni per ritrovarsi a lanciare palline da tennis sui monti, in camera da letto…(per "libri eccezionali"!). Camera fissa su filosofie e fisime. Laura piena di illusioni di maturità. Ma, dopo undici giorni, Claire. La piccola Claire "è un'idea". Una festa semplice, un ballo, un due di picche...Jérôme, lepego, ancora sotto rete (temporale e cannocchiale galeotti).
"Anodino", come i giovani amori. Ma con Elena, ormai, apprezziamo sempre.
"Anodino", come i giovani amori. Ma con Elena, ormai, apprezziamo sempre.
(depa)
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