Chiudiamo l'anno con l'amaro in bocca. Poco da gioire, a fortiori se per conoscere Clint Eastwood e la sua filmografia, sin dal 2009 bisogna transitare per "Invictus" (i supereroi italiani precisano "L'invincibile"). Biopic intriso dei sentimenti, centrifugati disneyanamente, cari al regista. Pietra tombale sullo spessore artistico, quindi cerebrale, culturale, del westerner mai cresciuto.
Ma non troppo
In chiusura anno, Terry Gilliam si è intrufolato nel Cinerofum. Lo ha fatto con la pellicola, forse, più celebre del regista di Minneapolis, ex Monty Python. "L'esercito delle 12 scimmie" (t.o. "12 Monkeys"). Bella occasione, direi perduta.
Mortirama
Senza pretese come rare volte in passato, eccomi al “City”.
C’è anche Elena: è lei che m'ha “trascinato”. Altri due in sala al
cospetto del Cinema Irlandese. Orchestrato però da un belga, classe 1979, che
proprio oggi compie gli anni: Tim Mielants. Testimonianza delicata, condanna
severa, negli occhi dei protagonisti molte turbe: "Piccole cose come queste" colpisce senza far rumore.
Eravasmus
Fiduciosi nelle pungenti commedie dirette e interpretate da Alberto Sordi, con animo disteso abbiamo premuto avvia su "Fumo di Londra", esordio alla regia, del 1966, dell'artista romano. Ricompensati.
No no, sì sì
Tra le sale cinematografiche, alcuni rimasterizzati di Éric Rohmer. Rispondiamo con proiezioni casalinghe, tra cui "Il ginocchio di Claire" del 1970. Il tocco noto del regista. Delicatezza e ironia, per mettere in scena le ineffabili supposizioni d'amore.
Distacco e umiliazione
Tornata la calma nelle sale, salta all'occhio il fermo impegno de "Gli amici del cinema" di Sampierdarena nello spingere Yasujiro Ozu. Tempi di inediti restauri, a quanto pare, quindi, dopo otto anni, teniamo il passo: "Figlio unico", del 1936, non è tra i film "Da non perdere" della nostra "bibbia"; ingiustamente, poiché oltre a essere il suo primo sonoro, ha intensità e temi che marchiano l'autorevole firma giapponese.
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