Mentini

 "Coproduzione italo-brasiliana. Regista di Puerto Alegre. La "Grande Emigrazione" (1850-1880)...La comunità  e il lutto...La traduzione del titolo è "Finché la canzone non finisce"...Virata epistemica straordinaria della protagonista...". Vediamo.
Talian e pentole. Contro la malinconia, ecco Filomena. Una generazione fugge, da Ave Maria e ossessioni lapidarie. "Orco, se vale!". Chiara, Abele Tedesco, è legata al suo mondo e ricettiva di nuovi viaggi spirituali.

 "Tangerine", Sean Baker individuato come cineasta indipendente. Ottimo.

 Con un ritardo ventennale, "Troy" di Wolfgang Petersen.

Ecce in Justitia

Si sa, Il Cinerofum insiste su tutte le filmografie, o quasi, riguardanti autori comunque rilevanti. Quindi era difficile che si lasciasse scappare l'ultima fatica di Clint Eastwood. "Giurato N°2". Legal movie come una volta, con gli ingredienti di qualità e l'esperienza del 94enne. Ineccepibile.

Estetika

Altro film in sala, sempre rotante attorno all'estetica della donna ai tempi del Capitale, è quel "The substance" statunitense cui ho guardato con sospetto; errato col senno della visione. Debitrice agli autori che sulla materia corporea hanno forgiato la propria filmografia, questa disturbante pellicola presenta al Cinerofum la parigina, classe 1976, Coralie Fargeat: Dorian Gray ribaltato, cosa non si farebbe per la beltà.

Neon illusions

Frattanto nelle sale qualcosa s'è mosso. Per non perdere pezzi, in pomeridiana per ciò che pare l'ennesimo dramma al femminile, con la donna alle prese colla propria emancipazione: ma "Anora", di Sean Baker, non è un piagnisteo, anzi. "Ani" ha la determinazione e la disinvoltura di chi passa sopra a tutti.

 "La versione di Barney"

Vedere l'altro

Il secondo appuntamento all'"Agenda Brasil" 2024, oltre la partecipazione di Elena, ha previsto un "drammatico/fantastico" carico di promesse spirituali verdeoro. "Estranho caminho", del 2023, del regista classe 1983 Guto Parente, nel suo 10° lungometraggio, supera le attese. Pellicola sensibile e non scontata.

Fatali illusioni

Dopo cinque anni rincontriamo Lars von Trier. Grazie al "DIRASS" e alla rassegna "Le prime volte - Nuovo cinema degli anni Novanta", il regista danese, "provocatore" per antonomasia tra i cineasti di fine secolo scorso, ha coperto il grande telo col suo bianco e nero rigoroso e scalpitante: "Europa", del 1991, non è il suo primo film, ma un noir cupo, dal taglio classico, con improvvise striature di luce. Oppressivo, pesante.

Il potere

Il mese di novembre è cominciato al cinema carioca presentato da "Agenda Brasil" tornato a Genova dai tempi pre-covid. Il primo appuntamento ha previsto "O mensageiro", del 2023, scritto e diretto da Lúcia Murat, "monumento della cinematografia brasiliana, con una lunghissima filmografia", presente in sala. Repressione di stato nel suo massimo fulgore.