Il Cinema è così. Incursione (cosa? "Audiovosiva!", ahhh) di John Sturges illuminante, con quella giornata splendidamente travagliata (Elena folgorata), e alla sera ci si può ritrovare a vederne un altro. Impossibile raggiungere le vette di "Black Rock", ma gli anni erano quelli in cui il regista dell'Illinois era caldo: è del 1965 "Stazione 3: top secret" (t.o. "The Satan Bug"). Spy movie glamour, col "super virus" nelle mani di un pazzo miliardario...non resta che scattare.
Da un racconto dello scozzese Alistair MacLean, del 1962, ci troviamo tra i led, i rilevatori, porte a vetri e blindate di una zona militare. Mosse, per farla franca. Mosse di ombra, mosse di camera. Ma le videocamere a circuito erano agli albori, quindi, altro che botulino, il demoniaco brevetto rischia di risolvere i sogni californiani in pochi minuti, quelli USA in qualche ora. Chiamano Lee Barret, marine pacifista: s'è scottato con la guerra. Cavie, lo siamo tutti. Non solo in continente Americano. Fa sempre impressione il "dispiegamento di forze" (compreso il pilota più pazzo del mondo).
Ampolle multicolorate e bacilli scientifici giostrati da Sturges col suo stile patinato, la fotografia ricercata (Robert Surtees). Senza patemi, con aplomb, "da solido ed esperto mestierante".
(depa)
Ampolle multicolorate e bacilli scientifici giostrati da Sturges col suo stile patinato, la fotografia ricercata (Robert Surtees). Senza patemi, con aplomb, "da solido ed esperto mestierante".
(depa)
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