In questo caparbio avvio di anno, capitato pure di rincontrare John Boorman. Il regista nato nella periferia urbana di Londra, non si liberò mai dei fanstasmi dei bombardamenti. In "Senza un attimo di tregua" (t.o. "Point Blank"), del 1967, possiamo scorgere tutta la sua allucinata eleganza.
Dal romanzo hard boiled di Richard Stark, "Anonima carogne" (t.o. "The Hunter", 1962), "Metro-Goldwin-Meyer" apre cupamente sui dintorni di Alcatraz. Ma cosa è accaduto? "Una cella, una prigione". Nessuno parla così a Lee Larvin (nemmeno Angie Dickinson). Philip E. Lathrope ("in Metrocolor") alla fotografia ricercata, agonizzante, senza speranze. "Filmed in Panavision", l'isola disumanizzata sembra ancora più inaccessibile (del 1936 il primo evaso, per altri "una gita divertente").
Gli attori sgomenti sui rimpianti di una detenzione forzata (per infamata). La vendetta passa per una "cantata", "una collaborazione", un altro tradimento? Vedremo. Triangolo criminale che "rende felici!", il protagonista Walker allucinato di memoria, spaventato negli angoli della mente. Leel Marvin, "apatico, nevrotico" (colle sue ragioni), impassibile dinanzi alla furia violenta di...Angie Dickinson. Pellicola pazzesca. Galleggia su emozioni e atmosfere (di botte e spari). I rimandi sovrapposti, in immobili flashback, rendono questa piccola unica. Pedina per una scalata al potere, Walker sparerà alla scacchiera (ma alcuni dicono che non sia mai successo...).
(depa)
Nessun commento:
Posta un commento