Tra gli agguati dei western del vecchio continente, ancora una volta, uno dei padrini degli Spaghetti più celebri delle sale. Sergio Corbucci, firma scattante, ironica e impegnata, nel 1966 era un quarantenne che misurava spazi, ritmi e riflessioni: "Johnny Oro" era gassosamente esilarante per gli occhi.
Ecco lo statunitense Mark Damon, che è Johnny, Johnny Oro!, poi la veronese Valeria Fabrizi, quindi il viareggino Franco De Rosa..Tutti Vivi! "Non gli importava dell'amoreee...il suo unico amore era l'orooo!!" (..."Dopo la mamma"). Riccardo Pallottini alla fotografia ("In Eastmancolor") e Otello Colangeli al montaggio per una prima squadra con cui crescere.
Nel filone impolverato e scanzonato irrompe il bontempone Mark Damon, headhunter sempre tirato a lucido, Casanova dei miei speroni. Parrebbe un Rodolfo con le pistole, ma è solo questione di taglia. Tutto per la fede, se è d'oro!
Nel '966 gli indiani si ubriacavano ancora nei saloon. Da qui una successione inesorabile di vendette, dinanzi alla quale le norme pacificanti delle sceriffo gli si ritorcono contro. Perez (De Rosa) e Apache non scherzano (inseguimento del bambino, unicum), ma è una questione di "riflessi"...
Confuso e divertente ("La libertà non ha prezzo", detto da un cacciatore di taglie...). "FINE".
(depa)
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