Meglio non dire

Udito che nella rediviva Sala Negri si stava svolgendo una Settimana dedicata a Andrej Tarkovskij, Elena ed io li abbiamo fatti quei cinque letali piani. All'arrivo le atmosfere del regista russo, poeta dell'immagine, esteta della sequenza: saudade sovietica, "Nostalghia" (1983), dove poeti e pazzi s'incontrano dinanzi al rogo della Verità.

Carne di vita

Ciucciato lo scarso succo nelle Sale, ormai lo sapete, Elena ed io ci volgiamo alla "Valéry". Che sta lì, ad attenderci, con pellicole che fan dimenticare campionati (europei) e pandemie (mondiali). Con "Le notti di Cabiria", del 1957, Federico Fellini chiuse il triangolo tra umili, emarginati e il circo che li attornia. Fiore delicato e resistente, "Cabbiria", a tutti i colpi ricevuti o, peggio, intuiti. L'illusione fa male, l'illusione fa campare. Splendido.

Sua Altezza e il Generale

Dopo la mesta chiusura della mia personale "prima sessione", il Florence Korea FF 2021 mi zittisce con un'opera che ricorderò, intendo anche menarlo-agli-altri, per sempre. Nella "Retrospettiva a Moon So-ri" sta "Oasis", terzo lungometraggio di Lee Chang-dong. Era il 2002, gli anni del Dragone D'oro del cinema coreano, capace di pellicole di potenza clamorosa: violenza e amore in riflessioni tanto profonde da togliere il respiro. Dare brividi, pianti.

Teen-tin

Vuoto pneumatico nelle proposte delle "Sale", si finisce a cantare il tempo de-la-mer con François Ozon, che, nell'ancora più abissale sprofondo del suo creativo autoriale, va in secca nel testo più molle: "Estate '85". Lo sai a cosa vai incontro, ma c'è modo. E modo. Poi altri ancora.

Alcoliament

Così a digiuno di cinema, così stremati dal ramadan cinematografico, che basta una proposta di Mino, come la sua stessa sentenza di pollice avverso, a spingerci nelle braccia, nei bicchieri, di Thomas Vinterberg. Il regista danese nel 2020, realizzò "Un altro giro" (t.o. "Druk"), interessante perché ambiguo, imperfetto come ogni sbornia. Siamo arrivati solo sin qui, con l'alcol?