Incredibile. Uno sguardo alla programmazione delle sale e colgo una proposta inusuale per le genovesi. Retrospettiva di un giorno, dedicata all'autore del recente killer stralunato di St. Pauli, una pellicola del 2002 da rispolverare. Con Elena, pronti. L'incredulità si fa più dolce al momento di sentire il prezzo della serata: gratis. Tocca ringraziare, quindi, il Goethe Institut per questa visione di "Solino", terza pellicola del Fatih Akin. Anche perché il film, non certo eccelso, ha una sua genuinità (discorso impronunciabile se riferito a "Va bene?!", disegno animato introduttivo a firma di Bozzetto, pregno di stereotipia).
Ragioni di stato. Di classe
Primo appuntamento della rassegna "Le lotte", organizzata dall'Autistica Cineteca Angelo Ballostro. Domenica scorsa in piazzetta della Stampa abbiamo assistito in una trentina all'ultimo film di Mike Leigh. "Peterloo", del 2018, divide. Appurata la necessaria testimonianza di un fatto storico, criminale quanto consueto, accaduto 200 anni or sono (massacro di Manchester, 16 agosto 1819); resta da capire quanto la ricostruzione del regista di Salford sia "bella" da vedere e da ascoltare: un buon film?
Bauntilò!
La settimana del nono film di Quentin Tarantino ci ha condotti al "Sivori". Fedelissimi del cinema popolare, non ci pieghiamo a vezzi e tributi del regista tennesseano, rifuggiamo le sale dai 10€ in su, con buona pace della super-tecnica sprecata. Più fattibile che mai, tra l'altro, essendo alle prese col meno pirotecnico ed al contempo col più estetico, e compassato film dell'autore. "C'era una volta a...Hollywood" è memoria dei tempi e del luogo, danzante sui piccoli o celebri casi del quotidiano.
Sogni interrotti
Mi aggancio all'ultima chiacchierata inerente le sceneggiatura. Il film visto ieri pomeriggio, Elena, Marigrade ed io al "City", ha dalla sua quasi tutto, regia, fotografia, interpretazioni, soggetto, tranne la sceneggiatura. Di certo non il finale. "La vita invisibile di Euridice Gusmao", del regista brasiliano classe 1966 Karim Aïnouz, in effetti getta alle ortiche un buon lavoro solo sul finire. Quando il romanzo da cui è tratto ha la "meglio" sull'arte del director. Non che gliene interessi granché, forte del suo premio di un certo riguardo all'ultimo "Cannes".
Graziosa mansarda disponibile
Qualche settimana fa è stata la volta di un mostro. Ancora da terra tedesca volti espressionistici per raccontare un'atmosfera mefistofelica dove la frustrazione colpisce a sangue e smembra corpi. "Il mostro di St. Pauli", scritto e diretto dal tedesco Fatih Akin, quello della sposa turca, ha deluso qualcuno per la presunta mancanza di "scrittura dorsale". Ma gli efferati eventi si succedono e, lungi da essere sufficienti, si tirano appresso i versi in rima di un decadimento sociale, prima, ed individuale, a cascata. In uno stillicidio di crolli esistenziali e morali, bello a vedersi.
Le capre mangiano lumache
Sabato scorso è stata la volta di un documentario del 2018 che al limite del criminale, sguazza nel superficiale. "La fattoria dei nostri sogni", dei coniugi californiani John e Molly Chester, si fa rappresentante dello sterile e vile ecologismo 2.0, tanto di moda di questi ultimi anni. Quello che si rivolge a Investitori e Internet, come se non rappresentassero la causa prima, capitalista e consumista, dello sfacelo ambientale ed individuale in cui siamo piombati. Il ritorno in campagna è così retorico da scoprire con visibilio e sgomento che, oltre le capre ghiotte di lumache, pure che i cani da guardia possono sia scacciare coyote, sia sbranare galline! Wow...
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