Tanto vanno i ricci a fondo...

Quando quelli dell'"Altrove" ripartono...come questa volta, così, all'improvviso: "La lutte est finie - Cinema e contestazione tra Francia e Italia". Truc! Un altro lunedì in pellicola 35mm, con Elena al fianco: "Metti, una sera a cena", scritto e diretto nel 1969 dal napoletano Giuseppe Patroni Griffi (1921-2005), è un ménage à trois, quatre, cinq....l'importante è non annoiarsi e la gelosia, imprevedibile testona, può mescolare le certezze quel tanto che basta.

Sono gli anni del cinema di Petri e altri e si vede: contrasti forti, nei colori (filtri, nell'obiettivo, in scena), nei movimenti macchina (zoomate, profondità di campo, stacchi repentini), nei testi e nei contenuti (scabrosamente ironici). Poi le fiammate grottesche, con sequenze che esplodono schizofrenicamente all'interno di una struttura curiosa, labirinto di scatole orientali, dove lenzuoli e coperte s'annodano e dipanano, sino a quadrare nella tavola rotonda dove tutti si toccheranno. Con Ennio Morricone a spargere bossa nova su gambe e minivestiti. Twister cinematografico sulla gelosia come sentimento (non solo) borghese di dominio e possesso, capriccio ritardatario declinato negli anni della contestazione ("E' impossibile dire perché uno fa una cosa").
Chiacchiera di carne che rischia di arrostire. Girandola d'attrazioni, con la dinamo della gelosia a rendere perpetue, in mancanza d'altro, passione e violenza. Una sega mentale di grande impatto estetico.

*...che naufragheranno in zattera, anzi, a tavola.
(depa)

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