Una domenica post derby (vinto), con tanto di pioggerellina su tutta la città, non può che puntare il dito sul morbido tappeto della Sala Valéry: "Ora goditela, sta' un po' buono lì...". Seguo il consiglio di Domenica e premo play su "Year of the horse", documentario girato da Jim Jarmusch, nel 1997, raccogliendo materiale e interviste, più o meno formali, durante l'ultimo tour europeo di Neil Young e i Crazy Horse.
In questo documentario di stampo classico, Jarmusch non s'impone alla regia ma lascia che siano Young e i suoi cavalli a far emergere tutta la propria muscolatura, potenza musicale. Per cui sarà d'uopo regolare il volume della TV come viene indicato nei titoli di testa (loud!) e lasciarsi inebetire dalle decise e sapienti schitarrate dei 3 ragazzacci (+ 1 alla batteria).
Soddisfatto, va da sé, l'udito, non resta a Jarmusch che inframezzare le immagini di repertorio, con affascinanti liaison visive, dissolvenze dall'effetto più o meno marcato (una in cui al nuovo Neil, che poi è più vecchio, si sovrappone quello che fu).
Anche senza essere degli appassionati di Neil Young, l'energia dei Crazy Horse vi rapirà, sbatacchoandovi e cullandovi con un assolo prolungato e devastante. A me è successo (o era soltanto Izzo?).
(depa)
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