In seconda battuta, ieri sera, dopo che Elena se n'è tornata a casa a riprodurre le sue "Zz" preferite, in piazza Senarega è stato proiettato "Apocalypse 2024: Un ragazzo e il suo cane": prodotto, scritto e diretto nel 1975 da L.Q. Jones, regista e soprattutto attore statunitense classe 1927, è un fantascientifico che colpisce per l'originalità di alcuni elementi cardine dell'intreccio e per il cinismo, al confine col maschilismo, del suo spavaldo protagonista. Ma, si sa, la carne è debole e le menti non stanno certo meglio.
Dai titoli di testa di un film, ormai lo sapete ho questa fissazione, credo sia facile prevedere quale sia la cura impiegata dagli autori. In essi è possibile trovare una cartina tornasole che indichi l'attenzione ai dettagli. E non si parla soltanto di effetti speciali, vedere questa pellicola per farsene un'idea: può bastare la trovata originale di dare voce a quel cagnone grigiobianco che pedina il protagonista. Di più, quale voce? Una voce filtrata da un effetto "comunicazione radio", così da mettere in campo un ulteriore livello di complessità inventiva: TAC, ci credo!...non ho motivo di non credere che nel 2024, con tutte quelle radiazioni, il nostro possa intendere la voce del suo migliore amico (seppur con l'inevitabile distorsione "elettronica")...!
La creatività di questa pellicola, se ve ne fossero dubbi, emerge soprattutto nella seconda parte in cui viene presentata una comunità del tutto ancorata ai propri falsi-valori. La fantascienza spesso permette di vedere con occhio differente alcune nostre chiusure o meschinità intellettuali (ipocrisie); questo film non si lascia scappare l'occasione. E i porno seppia, lungi da rappresentare un'ulteriore depravazione, sono teneri ricordi di un mondo che fu (dove ancora ci si toccava). Nel sottosuolo, una comunità di imbellettati non può fare a meno della quotidiana recita, allora non resta che reperire del Chappy al nostro compagno a 4 zampe e incamminarci verso la prossima commedia umana, nella speranza, sempre più vana, che almeno altrove interpretino una nuova buffonata.
Pellicola individualista? Indubbiamente, pure troppo, se possibile (la donna non è nemmeno oggetto, bensì stupida proprio). Ma, quando ci vuole, ci vuole.
Come sempre, un ringraziamento a Freddi ed ai ragazzi de "Il Grimaldello"; a domenica prossima.
(depa)
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