Storiella che fa puf

Col Cinema, ormai lo sappiamo, tutto può accadere. Si può uscire da una sala, entrare in un'altra e trovarsi a proseguire un certo discorso. In questo caso, la rilevanza che un musicista (o una band), possono avere sulla propria e sulle successive epoche (società). John Lennon (I Beatles) ha voce in questo capitolo. Il madrileno David Rodriguez Trueba, classe 1969, l'anno scorso realizzò un film su questo e altri temi, "La vita è facile ad occhi chiusi", pervaso da tanti buoni sentimenti...

Mi viene in mente un film, molto simile a questo, visto all'ultimo Trieste FF. Quella fu la volta di Michael Jackson, nella veste di ispiratore: di una reazione, di una giusta illusione, di un sogno che conduca alla rivalsa, in una terra avversa ad un'eccessiva libertà di spirito. Le due pellicole, inoltre, sono accomunate da una fotografia ben curata, in questo caso più patinata, meno sporca; e, forse, da qualche cliché di troppo (la sequenza del prof. che chiama nel sonno i propri alunni è un pugno in direzione cistifellea). Siamo sempre alle prese con un filmetto, da sabato pomeriggio dei ragazzi. Ma la faccia di chiurlo del regista spagnolo vince la gara della melensaggine (codardia). Storia vera di un prof. d'inglese davvero simpatico (chissà?) che, sotto il regime franchista, adora il simbolo musicale della pace: Lennon. Due ragazzini (uno sfigato e una bellezza andalusa mozzafiato: Natalia de Molina, fine '90, gulp). Quindi, tra i due film in realtà intercorre la differenza che c'è tra il One Love di Bob Marley, profondo e universale, il Volemose Bene di chiunque, torbido e locale. E, sia ben chiaro, che Gli Scarafaggi perdano la sfida con il Jackson più insicuro, un po' mi infastidisce, ma questa è un'altra questione. Possiamo decidere facilmente che questo sia un film delicato. E diciamolo pure. Ma preferisco un'amatriciana riuscita un po' forte ad una crema di porri impalpabile (ma meravigliosa a vedersi!). Comunque, ripeto, non solo delicatezza, ma tanta banalità, un'infinita mellifluità. Dai su, ormai sapete come la penso.
Non c'entra una fava ma: diciamo che passare dalla Joplin a questo film è stato come ritrovarsi, dopo aver provato l'urto dei bombardamenti (Uahhhhhhhhh), a guardare una miccetta, stretta tra le dita, fare puf.
(depa)

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