Nonostante il pezzo pregiato perso tra i due appuntamenti, ai "Cappuccini", la serata "Pantera Rosa" di ieri è continuata con "Uno sparo nel buio", del 1964. La coppia anglo-statunitense Sellers-Edwards compie il secondo passo assieme, altro strampalato poliziesco, ancor più folle e caotico e, forse per questo motivo, a parer mio più riuscito.
Ma non è stato così semplice. Come nel capitolo precedente, si attacca con lo sconforto. Un'altra volta, i titoli di testa animati, originali e curati, semmai acuiscono l'iniziale delusione. Poi, come se stessimo affrontando l'opera più ostica, si mollano gli ormeggi, lasciando che la non trama che scorre sullo schermo prenda liberamente direzioni prive di calcolo. Questa scelta di Edwards richiede tapulli. Tant'è che, al posto delle bellezze esplosive della puntata precedente, vengono introdotte due pedine fondamentali dell'epopea dell'ispettore Clouseau: il mitico Kato, sempre pronto ad irrompere ad catzum sulla scena, e il commissario Dreyfus, col suo tic masochistico; figure in grado di offrire quel minimo d'appiglio di cui lo spettatore di una serie, che si vuole prolungare, necessita. La costanza del regista, ancora una volta, paga; si finisce coll'apprezzare il lento procedere (stesso metodo latino del suo aiutante asiatico) del francamente insopportabile Clouseau, verso la risoluzione di un caos indistricabile...ma, dopotutto, chi se ne frega.
(depa)
(depa)
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