!Adelante Cuba!

Imbattersi in un collega con cui parlare di Cinema è cosa assai rara. Incrociarne uno simpatico e sveglio, lo è poco meno. Che dai suoi consigli cinematografici si traggano esperienze più che interessanti, sfiora il prodigio. Un "grazie" a Filippo, quindi, perché "Yo soy Cuba", film cubano-sovietico del 1964, diretto da Michail Konstantinovič Kalatozov, lascia la soddisfazione di un tassello recuperato.Questa pellicola suggerisce un rigore formale che scalpita nella sperimentazione. Rigore politico, anche; facilmente: dall'altra parte ci sono lerci farabutti. Ma torniamo alla pelicula.Con gli appunti naufragati nel trasloco da capoluogo a capoluogo, mi rimangono questi flash con cui vorrei fare venire l'acquolina in bocca; a chi? A chi legge. Para aquellos que les gusta el buen cine!Sequenza aerea in un bianco e nero di palme nucleari, la morte si vede nel verde. L'isola ai raggi X pare una scheletro che grida il tumore. Poi la dolce parola di una terra che sente il colpo ma vuole destarsi. Sono voli di piani sequenze, sull'acqua, sulla roccia, tra le baracche ed il fuoco. Una musica ipnotica al sapor di corrotto. Retorica dai contrasti intensi, che potrebbe rovinar tutto, ma che, dalla sua, ha la potenza di una bellezza inscalfibile. Il ritmo e l'intensità di una rivoluzione covata, esplode in mezzo a yankee ipnotizzati, a miliardi di uomini obnubilati. Quando scatta la danza, Cuba risponde. Un ragazzo canta versi di naranja, un vecchio spinge a proseguire, resterà resta lui, a dar fuoco a tutto ciò che ha visto (pure un cavallo, in un vento di fiamma, finirà nell'abisso: su un'isola non si scappa). Enrique ha la febbre della rivolta, gli idranti non servono, il virus si è espanso, nella macchia i mitra spunteranno.Anche i festanti cubani, in quei giorni, rallentarono, con schiene piegate e sguardi allentati, ma era solo un rincorsa; la m.d.p. li segue con pazienza, scatto ed eleganza in questa carica verso la libertà.
(depa)

1 commento:

  1. Finalmente (tempi bubu-jamaicani) ho provato a collegare il pc alla tele della sala Porty Hostel e ha funzionato! No more problem per i formati non leggibili e si parte col recupero!
    Mi sono buttato su questa pellicola per la positiva introduzione di Depa che effettivamente mi ha fatto venire l’acquolina e per la curiosità di capire un po’ meglio questa terra a me così vicina, ma socialmente così lontana.
    Ebbene il film non ha deluso le mie aspettative, sia da un punto di vista estetico, sia da un punto di vista dei contenuti. Il regista propone come una serie di corti collegati dalla voce fuori campo che ricorda “Yo soy Cuba…”, una terra ingiusta, calda e passionale, povera e ricca, rivoluzionaria e fedele, una terra viva!
    Film che cattura per la qualità delle immagini e l’importanza dei contenuti.
    Ottima prima (della seconda) in sala Porty Hostel! Alè!

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