Dopo aver visto e recensito un po’ di gradevoli filmetti per curiosità, per proseguire un discorso
intrapreso o per puro caso, ho sentito il bisogno di una serata a base di “settima”
di sicuro e alto livello e così ho scelto di rivedere “Il Dottor Stranamore, ovvero: come imparai a non preoccuparmi e ad
amare la bomba”, film in bianco e nero del 1964, prodotto e diretto da Stanley
Kubrick.
Una pellicola satirica o una “commedia nera”, che dir si
voglia, che fu pluripremiata per la sua genialità e la sua perfezione.
Il maestro Kubrick ebbe la geniale intuizione di trattare un
argomento decisamente tragico, che sarebbe stato impossibile trattare in un
film drammatico, in chiave comica.
La fine del mondo causata da un intoppo burocratico e dalla
follia di un singolo individuo, occupante un ruolo relativamente importante
nell’esercito americano, sembra così plausibile o addirittura reale da lasciare
in ansia lo spettatore per tutto il film, tuttavia un ansia che si
vive con un battito cardiaco “bradipesco” grazie alle tante risate che ci
regala questo copione con le sue battute surreali e le splendide e geniali
interpretazioni di tutti gli attori e soprattutto del grandissimo Peter
Sellers.
L’attore inglese, classe 1925, ci regala una prestazione maiuscola
con le divertentissime interpretazioni di ben tre personaggi: il colonnello
Lionel Mandrake, il presidente degli Stati Uniti Merkin Muffley e il Dr.
Stranamore. Col primo personaggio mostra una grande capacità recitativa e non
solo comica, trasmettendo alla perfezione l’ansia, lo stupore, lo sconcerto e
la decisione che mostra Mandrake di fronte allo psicopatico generale Jack D.
Ripper (Sterling Hayden) che tutto cominciò. Del presidente degli stati uniti
rimangono memorabili i “botta e risposta” col generale "Buck"
Turgidson (George C. Scott) e, per me, soprattutto le telefonate al primo
ministro russo, le quali sono state spesso condite, come dichiarato da Kubric,
di qualche improvvisazione dell’attore stesso. Mentre con l’interpretazione del
Dr. Stranamore, scienziato ed esperto di armi nucleari, ci mostra tutta la sua
genialità e la sua verve comica.
La sceneggiatura, come detto, splendidamente surreale e
realistica nello stesso tempo, che ci regala questo clima da “commedia nera”, la
regia di Kubrick che, direi, in pochi possono permettersi solo di provare a giudicare,
la recitazione e anche la colonna sonora: è tutto perfetto.
(Solo un’osservazione personale voglio scrivere su Kubrick:
adoro le sue riprese in grandi spazi chiusi che, ho notato, essere una
caratteristica della scenografia di tanti suoi film: ne “Il Dottor Stranamore” ,
in questo senso, “ci da alla grande” all’interno della Centrale Operativa degli
Stati Uniti).
Un grande film d’autore che mi permette di concludere come
non facevo da un po’ di tempo, cioè giudicando questa pellicola come un film
che un amante della settima arte non può assolutamente non aver visto.
(Ste Bubu)
Divertente e acuta satira al ritmo del final countdown, al passo della miccia innescata. Pungente pellicola scandita dagli irrazionali sproloqui (più che mai credibili) degli ambienti militari, popolati da falliti senza più "fluido vitale" ma sempre convinti, ancor di più ai tempi del viagra, di poter tenere ancora alta la bandiera. Bandiere simboli sacri in vetrina, carta straccia o peggio (dipende se c'è il bagno), nel retro. A seconda di cosa serva a batter cassa. Bravi.
RispondiEliminaBravi tutti, bravi politici e banchieri, attenti a bunga-bunga e a SUV (aridaje con 'sta fissa delle dimensioni). Bravi soprattutto gli attori, come hai scritto tu, Bubu: Peter Sellers, reso immortale da questa sua prestazione, e George Scott, inarrestabile e tristemente credibile. Perché (scusate, non ce la faccio a non ripartire verso il centro del ring) fanno davvero ridere questi omuncoli che si prendono sul serio pur sembrando ebeti lottatori di wrestling. Lo fanno un po' meno le assillanti, monotòne, vuote, infantili (da lecca-lecca, davvero) considerazioni anti-comuniste che, come si può vedere alla televisione e sentire al bar, vanno ancora (dopo tutto il male che una vuota demenza ha portato nelle case, nelle strade, nell'arte), sempre di moda.
Che poi, se per un pazzo (anch'esso in divisa) del passato si debbano sentire pronunciare tali corbellerie, mentre le divise possono fioccare senza imbarazzo di fronte alle assurde ecatombe perpetrate...ma quand'è che vi vergognerete, per curiosità?
E' questo "Il Dottor Stranamore", si ride e ci si gode scenografia, movimenti macchina e recitazione, poi si va a letto e si brucia di rabbia...
Senza parole.
Anzi due: grande Kubrick.