E che faccia caldo si capisce dai titoli che girano anche da "noi". Chi in ritardo, chi per l’ennesima volta, "Final Destination", il primo, quello del 2000, coi capolinea della vita rimandati con discese inattese, ma poi si risale, ch’“eppur bisogna andar”. Idea di fondo gustosa, ricoperta di humor nerissimo, cadaverico.
Crepita la crescita
Nella "Film Club" estiva e pienotta, "Tutto in un'estate" (t.o. "Holy Cow") della ginevrina, classe 1994, Louise Courvoisier.
Mancanza di atto
Nel tardo pomeriggio di ieri, dopo l’incredibile discesa
ligustica di Alvarùs rodense, con Elena all’ “Ariston”, e il suo magnifico
pubblico, per vedere come se la passa ultimamente Mike Leigh. Il regista
ottantaduenne, dopo quasi trent’anni dalla sua Palma, col nuovo “Scomode
verità” (t.fr. “Deux sœurs”, t.es. “) torna alle sue indicibili rivelazioni,
non è una società per addolorati.
Avanti solo
Il 3° appuntamento con la rassegna “Ecce Nanni” prevede il
terzo lungometraggio del regista di Brunico, nonché la terza tribolata fatica
di Michele Apicella. “Sogni d’oro”, del 1981, finisce per mandarti a letto.
Prega vuoto
Poi, tra il cinema indipendente pescato sui canali digitali, abbiamo tirato in barca "Tendaberry", del 2024, di Haley Elizabeth Anderson...in cerca di parole non trovate.
Moonee tra le stelle
Col mini contratto stipulato con “Mubi”, ci è capitato sott’occhio
il nome Sean Baker. Colpiti dagli esordi indipendenti e artigianali del regista
del New Jersey, è stato con cambio automatico che ci siamo instradati verso “Un
sogno chiamato Florida”, del 2017 (t.o. “The Florida project”). Stessa idea, qualche
mezzo in più: la scrittura e la sensibilità di Baker raggiunge toni e colori stridenti del miglior neorealismo.
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