Meglio poi

E che faccia caldo si capisce dai titoli che girano anche da "noi". Chi in ritardo, chi per l’ennesima volta, "Final Destination", il primo, quello del 2000, coi capolinea della vita rimandati con discese inattese, ma poi si risale, ch’“eppur bisogna andar”. Idea di fondo gustosa, ricoperta di humor nerissimo, cadaverico.

Passaggio per un amore

"L'avventuriero di Macao" (t.o. "Macao"), del 1952, diretto da Josef von Sternberg.

Crepita la crescita

Nella "Film Club" estiva e pienotta, "Tutto in un'estate" (t.o. "Holy Cow") della ginevrina, classe 1994, Louise Courvoisier.

"Red Rocket ", del 2021, di Sean Baker.

Mancanza di atto

Nel tardo pomeriggio di ieri, dopo l’incredibile discesa ligustica di Alvarùs rodense, con Elena all’ “Ariston”, e il suo magnifico pubblico, per vedere come se la passa ultimamente Mike Leigh. Il regista ottantaduenne, dopo quasi trent’anni dalla sua Palma, col nuovo “Scomode verità” (t.fr. “Deux sœurs”, t.es. “) torna alle sue indicibili rivelazioni, non è una società per addolorati.

Avanti solo

Il 3° appuntamento con la rassegna “Ecce Nanni” prevede il terzo lungometraggio del regista di Brunico, nonché la terza tribolata fatica di Michele Apicella. “Sogni d’oro”, del 1981, finisce per mandarti a letto.

Prega vuoto

Poi, tra il cinema indipendente pescato sui  canali digitali, abbiamo tirato in barca "Tendaberry", del 2024, di Haley Elizabeth Anderson...in cerca di parole non trovate.

Moonee tra le stelle

Col mini contratto stipulato con “Mubi”, ci è capitato sott’occhio il nome Sean Baker. Colpiti dagli esordi indipendenti e artigianali del regista del New Jersey, è stato con cambio automatico che ci siamo instradati verso “Un sogno chiamato Florida”, del 2017 (t.o. “The Florida project”). Stessa idea, qualche mezzo in più: la scrittura e la sensibilità di Baker raggiunge toni e colori stridenti del miglior neorealismo.